Giampaolo 2.0: "Il 4-3-1-2? Nel calcio di oggi non si può fare"
L'intervista a quello che potrebbe diventare il nuovo tecnico del Lecce nelle prossime ore
Marco Giampaolo è in pole position per diventare il nuovo allenatore del Lecce.
L'intervista
Dopo l'esonero di Luca Gotti, il club giallorosso ha virato sull'ex tecnico di Milan, Torino e Sampdoria. L'ultima esperienza di Giampaolo in serie A risale a due anni fa, proprio sulla panchina della squadra blucerchiata. Di recente ha rilasciato una lunga e interessante intervista a “Il Terzo Uomo”, un intervento durante il quale ha parlato del suo calcio e della sua idea di gioco.
Il 4-3-1-2
Uno dei quesiti che ci si pone rispetto alla possibilità di vedere Giampaolo sulla panchina del Lecce è quello relativo al modulo. Nella sua carriera, infatti, il tecnico ha sempre prediletto il 4-3-1-2, con un centrocampo a rombo e un trequartista a sostegno di due punti. Tuttavia la squadra giallorossa è stata costruita per giocare con un 4-3-3 o un 4-2-3-1. Nella richiamata intervista, Giampaolo ha tuttavia spiegato come il “suo” 4-3-1-2 sia poco proponibile nel calcio odierno, spiegando quelle che secondo lui devono essere le caratteristiche che una squadra deve avere nello schieramento sul campo. Le sue parole sembrano essere effettivamente indizi che fanno capire come alla guida del Lecce possa adottare il 4-3-3 e all'occorrenza il 4-2-3-1, valorizzando la presenza degli esterni in rosa.
Giampaolo sul modulo
“Il mio modulo con il rombo a centrocampo e le due punte? Non si può più fare secondo me. Hai bisogno di presidiare le ampiezze. In questo momento storico credo ci siano delle priorità nello scouting. Il portiere deve essere abile con i piedi, cognitivo, con gittata lunga. Lui è l'uomo in più, rappresenta la superiorità numerica. Il portiere che sa giocare ti permette di giocare da dietro. Poi serve un attaccante che sappia giocare ma che abbia anche profondità. Attaccanti che non sappiano giocare soltanto sul corto. E penso servano giocatori esterni da uno contro uno”.