Un gol che sa di liberazione
LA QUARTA GIOIA
Gol. Subito, all’esordio, in una gara difficile, contro una delle difese più forti e fisiche dell’intera Serie A, in un Via Del Mare stracolmo e colorato di giallorosso
Assan Ceesay, un giorno, racconterà probabilmente così il suo inizio a Lecce. La prima partita è stata praticamente perfetta per lui, sebbene poi i giallorossi abbiano perso all’ultimo secondo contro l’Inter a causa del gol di Dumfries.
Assan ha segnato, ha festeggiato sotto la Nord e mandato un messaggio chiaro a tutti quelli che lo avevano criticato nel precampionato.
Dopo quella rete, prima del gol di ieri, ne sono arrivate altre due. Contro la Salernitana ha segnato un gol alla Ceesay. In velocità, bruciando l’avversario e saltando il portiere con una facilità disarmante. Contro la Fiorentina, invece, ha mostrato a tutti che ha anche doti da rapinatore d’area di rigore, perché in fondo non si diventa capocannoniere del campionato svizzero per sbaglio.
Poi, un momento di flessione. Naturale, fisiologico, accompagnato anche da un problema al ginocchio che non è stato risolto subito ed ha peggiorato il suo rendimento. Ha subito critiche, ha ascoltato i mugugni di qualche tifoso anche al Via Del Mare ed è sceso in campo di meno, collezionando tante panchine e qualche bocciatura.
A Bergamo ha avuto un'occasione, la giornata del riscatto o semplicemente quella della liberazione. Baroni gli ha concesso una maglia da titolare ed Assan Ceesay ci ha messo solo 3 minuti per ripagarlo, dimostrandogli che la scelta fatta è stata cosa buona e giusta.
La quarta marcatura del suo campionato è arrivata in un modo particolare perché in quell’azione sembra esserci tutta la rabbia di Assan. Del momento, del periodo, per le critiche.
Il gambiano stoppa la palla, la nasconde e la fa riapparire qualche secondo più tardi, saltando in velocità due avversari. Guarda la porta, accanto ha due compagni liberi ma li ignora. Vuole calciare e lo fa. Forse avrebbe potuto avanzare, forse allargare il gioco ma non è quello il momento.
Tira, segna, esulta, zittisce il pubblico ed esplode di gioia insieme ai suoi tifosi. Chi lo ha criticato esulta, purtroppo nel calcio funziona così. Assan, intanto, si è tolto un macigno dallo stomaco, gli attaccanti vivono di gol e non segnare per tanto tempo genera tristezza ed insicurezza.
Gioca 62 minuti di gran livello, lottando come un leone su ogni pallone. Sembra finalmente lui e si vede, ora ha ricominciato a segnare e la speranza è che non si fermi più.