La sfiga non guarda solo i colori, si accorge anche dell'altra maglia
L'Editoriale di Roma-Lecce
Il Lecce perde a Roma una partita che lo vedeva vincitore, con merito soprattutto nel secondo tempo, fino al recupero di cinque minuti concessi dal direttore di gara.
Gli uomini di D'Aversa hanno disputato una partita accorta, con buone transizioni alcune delle quali davvero pericolose ma non concretizzate per scelte sbagliate ed alla fine sono stati puniti oltre i loro demeriti, subendo due gol in pieno recupero.
Partiamo dall'inizio però: la Roma supportata da uno stadio che può mettere soggezione ad una squadra giovane come il Lecce è partita forte e dopo pochi minuti aveva già scagliato due tiri pericolosi verso la porta di Falcone; su quello di Dybala c'è stata la sfortunata ed impercettibile deviazione con la punta delle dita da parte di Baschirotto e l'arbitro ha concesso il rigore. Falcone l'ha parato (davvero brutto il tiro di Lukaku) restituendo tranquillità a D'Aversa ed i suoi.
I padroni di casa hanno continuato ad attaccare a folate senza riuscire a segnare e pian piano la forza d'urto si è spenta, l'intensità con la quale aveva pressato è venuta meno ed i giallorossi salentini hanno iniziato a macinare gioco giungendo in un paio di occasioni davvero vicini al tiro vincente.
Il secondo tempo ha visto il Lecce più pronto e combattivo, si è rivista la squadra di D'Aversa con il pressing alto teso a rubare la palla, così facendo la Roma è diventata una squadra battibile ed infatti una ripartenza fulminante condotta da Banda e conclusa da Almqvist ha portato in vantaggio i giallorossi, per l'occasione in maglia bianca.
La Roma ha avuto un solo sussulto davvero pericoloso e la partita si stava avviando alla conclusione senza che un Lecce ordinato subisse pericoli. D'Aversa aveva risposto al 4-2-4 della disperazione di Mourinho immettendo Touba e passando a tre dietro, con Gallo e Gendrey a tutta fascia ed anche con questo sistema di gioco non stava subendo nulla, anzi aveva avuto poco prima del novantesimo l'opportunità di passare in vantaggio. Poi il black out improvviso, inaspettato e due gol subiti a causa di uno schieramento difensivo stranamente imperfetto ed a un errore individuale che ha permesso alla Roma di segnare due gol in due minuti e vincere la partita.
Non vogliamo dare responsabilità a chi ha commesso gli errori, così come non vogliamo darne a coloro che sono stati poco incisivi nelle azioni offensive potenzialmente pericolose, però vogliamo dire a chiare lettere che l'impressione sia stata che la squadra abbia “spento l'interruttore” qualche minuto prima della fine. Forse a causa di un centrocampo ormai sulle gambe, probabilmente convinti di aver reso inoffensivi gli avversari, sicuramente a causa della sfortuna, in ogni caso i due gol subiti in due minuti hanno condannato il Lecce, premiato oltremodo la Roma e sarà difficilissimo per D'Aversa, non vorremmo essere nei suoi panni, spiegare questa sconfitta ai suoi ragazzi, soprattutto perchè ottenuta dopo una prestazione nell'insieme davvero convincente.
Un'ultima riflessione vogliamo farla sul direttore di gara: un arbitro giovane che vuole emergere non può sfacciatamente arbitrare a senso unico a favore della “big” di turno e sperare di fare carriera. Non può spaventarsi dell'Olimpico, non può ammonire i calciatori della “provinciale” anche quando non hanno commesso fallo e graziare senza soluzione di continuità gli altri. Ci dispiace ma la vediamo così perchè con il suo atteggiamento intimidatorio verso il Lecce ed accondiscendente verso la Roma, ha condizionato la partita.
I giallorossi ora devono riunirsi, fare gruppo, aiutarsi gli uni con gli altri perchè la serie A è anche questo, è anche perdere immeritatamente e ti sembra che il mondo ti sia caduto addosso.
Niente paura, il campionato del Lecce continua e già la prossima vedrà scendere al Via del Mare un'altra big in difficoltà, il Milan. Ci aspettiamo dai ragazzi che la rabbia fisiologica vissuta oggi possa essere trasformata in energia positiva sabato prossimo per tornare alla vittoria, per dare una soddisfazione ai tifosi, per costringere i media nazionali a dare il giusto risalto ad una piccola realtà di provincia che sta lavorando bene.