Saverio Sticchi Damiani al Senato: il discorso del Re
Il Presidente del Lecce è intervenuto sulle “Prospettive di riforma del calcio italiano”
La Legge Melandri sui diritti TV
Il vero grande tema è quello delle risorse. La legge Melandri prevede che il 22% delle risorse relative ai proventi delle TV sia distribuito sulla base del radicamento sociale. Questo è composto da sottosettori: spettatori paganti e audience televisiva innanzitutto. Due criteri che aiutano le grandi squadre.
Poi il terzo criterio è minuti disputati in Serie A da giocatori con età compresa tra 15 e 23 anni formati nei settori giovanili italiani, con almeno 36 mesi nel club. Questo è un criterio che aiuta la Nazionale e consente ai piccoli club di ottenere più risorse.
Se i primi due criteri sono stati già oggetto di DPCM del 2018, il terzo criterio è stato disciplinato attraverso DPCM solo quest’anno. Quest’ultimo decreto è recentissimo e potrebbe creare un disagio per i club avvantaggiati dai primi due criteri. Mi ha sorpreso che il nuovo decreto, appena entrato in vigore, ha stabilito la non applicabilità alla prima parte del campionato. Quindi se una società virtuosa ha fatto giocare un giovane italiano nella prima parte del campionato non ha ottenuto la giusta ricompensa.
Serie A a 18 squadre e tema retrocessioni
Ritengo fuori luogo l’idea di ridurre la Serie A a 18 squadre: toglieremmo dal campionato due squadre, probabilmente piccole e propense a far giocare i giovani. Perché? Per tutelare la salute dei calciatori che giocano tanto? Scusate ma non ci credo, a questo punto i club dovrebbero rinunciare alle tournée tanto remunerative quando stancanti.
Possibili soluzioni? Applicare la lettera C della Legge Melandri, allargandone l’estensione. Poi il tema delle retrocessioni. Il calcio italiano non fa giocare i giovani perché c’è il terrore delle retrocessioni. La B si sta snaturando, non è più il campionato dei giovani. Salgono 3 squadre, ne retrocedono 4 e ci sono pure play-out. Tutta la B gioca col terrore di retrocedere e non lancia i giovani. Persino nel campionato Primavera 1 c’è questa formula retrocessioni che provoca terrore. Nei campionati in cui non è necessario, il tema delle retrocessioni va ritoccato.