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Jose Antonio Morente, meglio conosciuto come Tete Morente ha rilasciato un'intervista al Corriere dello Sport. Queste le sue parole

Lecce simile alla sua città d'origine

Sì, è molto simile alla mia città d’origine, La Linea. Si percepisce di stare anche qui al Sud: le persone sono molto affettuose, amichevoli. Sono stato accolto bene sia nel club che in città. Ma la cosa che più mi ha sorpreso sono i tifosi: tutte le volte in cui andiamo a giocare in trasferta ci seguono in tantissimi». 

Rendimento completamente diverso con Giampaolo

Giampaolo vuole che non buttiamo mai la palla, che costruiamo da dietro e che non lanciamo lungo. Noi esterni d’attacco ci troviamo a giocare molti metri più avanti e più “aperti” rispetto a quanto accadeva con Gotti. Così abbiamo più possibilità di giocare l’uno contro uno. 

Al suo primo giorno con noi, mi ha preso da parte e mi ha chiesto in quale posizione mi sentissi più a mio agio. Gli ho detto che la fascia sinistra, dove ho sempre giocato, è la zona di campo in cui mi trovo meglio. Ora pressiamo molto più in avanti e possiamo andare in porta più velocemente». 

giampaolo

 

L’impatto con il calcio italiano

«Da bambino guardavo la Serie A, mi piaceva molto quando c’era Ronaldinho nel Milan. Più in generale ho sempre sentito parlare delle differenze con la Spagna sulla tanta corsa negli allenamenti e sulla molta tattica. E ora che sono qui posso dire che è tutto vero». 

 

La squadra più impressionante

L’Atalanta. Era la mia prima partita e notai subito il grande cambiamento. Una squadra molto fisica che pressa per tutta la partita e lo fa benissimo, con grande organizzazione e compattezza. Sono tutti forti fisicamente, non danno una palla per persa e tatticamente sono perfetti

 

Le giovanili con Theo Hernandez 

Già da piccolo era un animale, fisicamente era un toro. Quando andava in sovrapposizione, la fascia sembrava un’autostrada. Incredibile. Ho avuto la fortuna di giocare con lui e con suo fratello Lucas, che già stava in prima squadra ma veniva con noi per disputare la Youth League

Theo Hernandez
Theo Hernandez (depositphotos)

La sua fede calcistica

Ho seguito mio nonno, sono molto tifoso del Real Madrid. Si immagini l’emozione di giocare al Camp Nou e fare gol al Barcellona...

L'obiettivo personale

Migliorare rispetto alla stagione precedente. L’anno scorso ho segnato 8 gol e quindi l’obiettivo minimo è farne 9. 

La partenza di Dorgu

Innanzitutto saremmo felici per lui, andrebbe in uno dei migliori club del mondo. Però sì, lui ci aiuta tanto, e dovremmo tutti dare qualcosa in più per sopperire alla sua assenza. Ognuno di noi dovrà assumersi più responsabilità per portare la squadra all’obiettivo, la salvezza.

dorgu e krstovic

Perchè Tete

La responsabilità è tutta di mia sorella, di tre anni più grande, anche se a Cadice, dalle mie parti, non c’è l’abitudine di chiamare “Tete” un fratello. Mi chiamano così da quando ho memoria. Iniziai a giocare a calcio da bambino ed ero già per tutti Tete. Mi ha aiutato, è stato più facile che memorizzassero il mio nome: credo che in tutto il mondo del calcio ci saranno due Tete.

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