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Nel calcio moderno, dominato dalla continua ricerca della migliore performance possibile e dal costante tentativo di trasformazione dei punti di debolezza in punti di forza, assume una figura rilevante – per alcuni addetti ai lavori, quasi quanto quello dell’allenatore – il ruolo del match analyst. Secondo il portale assoanalisti.it (associazione di formazione della figura professionale dell’analista calcistico), il match analyst ‘si occupa di analizzare le performance dei calciatori. Tale processo analitico è volto a studiare la performance secondo un metodo scientifico caratterizzato dalla scomposizione del fenomeno prestazionale nelle sue unità elementari, ovvero negli eventi di base che lo compongono, per poterne valutare l’entità, le relazioni tra le parti e dunque l’importanza e l’influenza sulle variabili di risultato agonistico’. Abbiamo quindi deciso di ‘vestire’, seppur in maniera ‘non professionale’, i panni del match analyst prendendo in considerazione le prestazioni sin qui offerte dal Lecce durante questo campionato, attraverso le statistiche elaborate da Sofascore. Per quanto riguarda le statistiche individuali, come molti hanno già potuto verificare, i top scorer della squadra sono Massimo Coda (a quota 11 gol), Marco Mancosu (7 reti) e Mariusz Stepinski (6). Si sta facendo prepotentemente largo Pablo Rodriguez, già arrivato a quota 4 reti. Se guardiamo, però, la frequenza di finalizzazione, l’assoluto principe della classifica è proprio il ragazzino spagnolo ex canterano del Real Madrid, capace di realizzare un gol ogni 54 minuti; segue Coda con un gol ogni 157 minuti, poi Mancosu con una rete ogni 227 minuti e Stepinski con una marcatura ogni 235 minuti. Sembrerà davvero strano, ma alla quinta posizione in questa speciale classifica si trova… un difensore, ovvero Kastriot Dermaku, capace di realizzare un gol ogni 305 minuti (statistica migliore, ad esempio, di quelle di Liam Henderson o di John Bjorkengren). La graduatoria che compara i gol agli assist di tutto il campionato di Serie B vede nelle prime due posizioni due nostri assoluti protagonisti: Massimo Coda (con 18, fra gol e assist) e Marco Mancosu (16). Nella top 15 della graduatoria c’è anche Stepinski (alla posizione 12 con 9 fra gol e assist). Infine, nelle prime 50 posizioni di questa classifica particolare, al posto 39 c’è Henderson (con 6 fra gol e assist). Nel Lecce, chi tira di più verso la porta è Massimo Coda (con 2,5 tentativi a partita), poi Mancosu (con 2,2) e a seguire un nome nuovo, ovvero quello di Morten Hjulmand (con 1,8). Il bomber Coda, però, è anche quello che ha fallito più occasioni da rete (ben 8); la classifica delle reti ‘mangiate’ vede al secondo posto Stepinski (5) e al terzo Mancosu (4). Chi crea le migliori occasioni da rete è Mancosu (10 grandi opportunità create), tallonato da Henderson (7) e Coda (3). Un buon contributo in questa graduatoria è dato anche da Panagiotis Tachtsidis e da Christian Maggio (nonostante le sole tre presenze accumulate finora), capaci entrambi di creare 2 grandi occasioni per segnare. Capitolo passaggi: chi finora ha la migliore accuratezza di passaggio, in percentuale, è qualcuno che probabilmente non ci saremmo aspettati di vedere in cima a tale caratteristica. Si tratta di Biagio Meccariello (87% di passaggi riusciti), seguito da Fabio Pisacane (84%), poi dall’altro Fabio, ovvero Lucioni (83%) il quale è a pari merito con Hjulmand. In assoluto, comunque, il numero medio di passaggi completati correttamente vede il migliore in Fabio Lucioni (46 passaggi corretti per match). Sui dribbling, l’assoluto dominatore di squadra è Hjulmand, con 1,4 dribbling riusciti per match. Segue Coda con 1,3 e Tachtsidis con 1,1. Curiosità statistica: al momento, c’è solo un calciatore della rosa del Lecce ad avere il 100% dei dribbling riusciti ed è Yalcin (ma ciò è dovuto all’unico dribbling tentato e riuscito nei soli 4 minuti da lui disputati sul finire di Cremonese-Lecce e al fatto che non ha avuto modo di ‘sporcare’ la sua prestazione in tal senso, proprio per la poca mole di gioco fin qui registrata). Chi fa più contrasti in gioco è Tachtsidis (2,4 a partita); a seguire, un neo arrivato, ovvero Christian Maggio (2,3) e poi un centrocampista, Zan Majer (1,4); chi, invece, ha intercettato più efficacemente il pallone finora è Biagio Meccariello (3,1 intercetti per match), seguito da Hjulmand (2,8) e poi da Lucioni (2,0); infine, il maggior numero di salvataggi in gara è l’assoluta prerogativa di Fabio Lucioni: lo ‘zio’ ha accumulato finora 4,7 salvataggi per match. Subito dietro, Meccariello con 4,2 e Pisacane con 3,4. Se qualcuno ritiene che chi perde più palloni durante il possesso sia il metronomo Tachtsidis, deve fare mea culpa e ricredersi: il calciatore che perde più palle è Mancosu (18,1 per partita), il quale è seguito da Maggio (18 tondi) e solo poi da Tachtsidis (un po' più distante, con 16,2). Annotazione per i più ‘maligni’: Stepinski è soltanto il dodicesimo di questa graduatoria, con 8,5 palloni persi per match, meno di quelli ‘smarriti’ da compagni come Adjapong, Calderoni, Zuta, Lucioni, Henderson e Hjulmand. I più ‘cattivi’ dei nostri sono Panagiotis Tachtsidis e Fabio Lucioni, i quali si sono visti comminare finora ben 6 cartellini gialli in totale. A seguire, Henderson e Calderoni con 4 ammonizioni. Le statistiche di squadra danno invece un’indicazione più chiara dell’andamento del campionato del Lecce e permettono di individuare le aree da migliorare (o da consolidare) che mister Corini e il suo entourage devono tenere in considerazione. Il Lecce ha il secondo miglior attacco del campionato (40 reti realizzate) dietro l’Empoli (a quota 43). Di queste, ben 29 sono frutto di assistenze andate a buon fine e 11, invece, dovute a giocate individuali o estemporanee. Si tratta di una media di 1,7 gol realizzati a partita, fortunatamente non bassa in termini assoluti ma assolutamente sì se comparata ai tentativi profusi durante i match, dato che solo il 14% dei tiri del Lecce si è trasformato in goal. La squadra crea 2,1 grandi opportunità ogni partita, ma, di queste, in media viene sprecata una a partita. Ciò, unito al fatto che, sui 12 tiri totali a partita solo 5,2 vanno a finire nello specchio e che sono stati colpiti ben 5 legni, denota l’urgente necessità di maggiore attenzione sotto porta. La media dei fuorigioco fischiati a nostro sfavore è di 3 per partita. Complessivamente, il Lecce ha un possesso palla medio del 52%. La squadra ha una notevole precisione dei passaggi nella propria metà campo (86,7% di passaggi riusciti) ma ha solo una discreta accuratezza di passaggi nella metà campo avversaria (70,4%). C’è anche da lavorare sulle palle lunghe (52,2% valide sul totale) e, soprattutto, sui cross (solo il 29,9% dei traversoni sono stati correttamente eseguiti). Inoltre, il Lecce perde 144,3 palle ogni partita: una statistica di certo non lusinghiera, dato che le attuali ultime tre squadre della classifica, ovvero Ascoli, Entella e Pescara hanno rispettivamente 143,7, 150,6 e 144,2 palloni persi. Siamo praticamente lì. Dal punto di vista difensivo, il Lecce ha inanellato finora solo 4 clean sheet, troppo pochi per aspirare ad una promozione diretta. Il reparto arretrato si è visto in sofferenza molto spesso, e ciò viene testimoniato dai goal subiti per partita (1,3) e dagli errori gravi che hanno portato al gol degli avversari (3). E’ vero anche che, nonostante tutto, le segnature in passivo potevano essere di più, se non si fossero verificati molti recuperi per match (13), molti salvataggi per partita (16,4) e un numero cospicuo di parate a partita (3,1). Anche sui contrasti si potrebbe fare di più: il Lecce ha dalla sua il 51% dei contrasti complessivi vinti a partita; a terra, la percentuale passa al 50,1% e sul gioco aereo diventa del 52,9%. I falli per ciascun match, in media, sono esattamente 13. Infine, una statistica che indica quanto al Lecce manchi… il nostro calore: se la squadra di Corini avesse disputato soltanto le partite giocate in casa, si troverebbe solo all’11° posto, dato che fra le mura amiche ha conquistato solo 3 vittorie, contro i 7 pareggi e le 2 sconfitte finora. Il ruolino di marcia va meglio in trasferta, dove abbiamo avuto il quinto miglior rendimento (frutto di 5 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte).
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