header logo

La crescita del settore giovanile è una delle linee guida che si è imposta la società giallorossa nel suo progetto triennale. Oggi, quindi, abbiamo parlato con Gennaro Delvecchio, Responsabile del settore giovanile del Lecce, che ci ha raccontato quanto stiano crescendo i giovani giallorossi, di come sia entusiasmante lavorare al fianco di Corvino ed anche qualche aneddoto della sua carriera da calciatore nel Salento.

SETTORE GIOVANILE –Fare adesso il punto della situazione è prematuro, soprattutto dopo il lavoro complicato e complesso che abbiamo compiuto negli ultimi 6 mesi. Noi abbiamo lavorato con il massimo sforzo ed i ragazzi stanno avendo una crescita importante. Ci sono profili che hanno delle grandi potenzialità, noi stiamo lavorando a stretto giro con loro per far si che le loro potenzialità diventino qualità. Tutti iniziamo ad avvertire che il progetto intrapreso è di quelli importanti e credo che entro 3/5 anni potremo raccogliere i frutti del nostro lavoro”.

CORVINO –Io ho fatto per tanti anni il calciatore e vi assicuro che fare il dirigente è completamente diverso. Lavorare accanto al direttore Corvino per me rappresenta uno stimolo importante ed un’occasione di crescita. Per fare questo mestiere non si deve mai guardare l’orologio e si deve avere solo una grandissima passione. Corvino ha un’entusiasmo smisurato ed io posso dire solo di essere davvero fortunato a godere delle sue competenze. Proverò a rubargli qualche trucco del mestiere perché è davvero un punto di riferimento”.

LECCE DI CORINI – Penso che stiamo proponendo un bel calcio, ma non dobbiamo dimenticare dove eravamo un mese e mezzo fa, dobbiamo rimboccarci le maniche ed affrontare la Salernitana con la massima cattiveria e dedizione che ci ha contraddistinto fino ad ora. In B basta sbagliare qualche partita e ci si ritrova di nuovo in basso, ecco perché aver raggiunto il secondo posto non ci deve far sentire assolutamente appagati”.

CHI TI SOMIGLIA NEL LECCE DI OGGI? –Fisicamente vedo delle similitudini con Hjulmand anche se lui è più regista rispetto a me, avendo delle qualità tecniche sopraffine. Come caratteristiche in campo, invece, sono più simile a Bjorkengren, perché anche lui vedo che sa inserirsi nello spazio, come ho sempre provato a fare io da calciatore”.  

RICORDI CON LA MAGLIA DEL  LECCE –Ricordo che la seconda volta arrivai a Lecce a gennaio ed i giallorossi avevano 13 punti in classifica, mentre io mi giocavo l’Europa League con il Catania. Molti mi dissero che ero pazzo, anche tra amici e famigliari. Quell’anno con Cosmi abbiamo sfiorato l’impresa, siamo retrocessi alla fine ma l’affetto dimostratoci dai tifosi a Verona ci ha ripagato di tutto. Eravamo stanchi, abbiamo perso qualche punto alla fine ma abbiamo fatto davvero una grande cavalcata e la gente lo aveva capito”.

PRIMA ALLENATORE E POI DS –No, in realtà la mia prima esperienza dopo il ritiro è stata da direttore sportivo nel Barletta in Lega Pro. Poi l’anno dopo sono rimasto fermo e mi ha chiamato il Melfi, la squadra nella quale avevo giocato da ragazzino, chiedendomi di fare l’allenatore e ho provato a dare una mano. Il mio ruolo, in ogni caso, è sempre stato quello di direttore sportivo e voglio continuare a fare questo”.

Ciro e Michele, eroi senza tempo
Frosinone-Lecce 3-1: Abisso choc. Tesoro: "Non arbitri più il Lecce"

💬 Commenti