Juventus e Lecce: quando il problema infortunati è di Serie A o B
I giallorossi, così come i bianconeri, patiscono in campionato il problema degli infortuni. Ma gli ambienti in cui operano sono totalmente diversi
Se la Juventus ha gli infortunati e non fa risultati, ne parla tutto lo scibile umano, i suoi tifosi lo capiscono, ne discutono e danno tempo a Motta, coadiuvati dalla stampa web, cartacea e di Sky/DAZN; se il Lecce è pieno di infortuni, soprattutto tra i titolari, gli altri sono giocatori di serie C francese ed i tifosi non vedono l'ora di sparare sulla Croce Rossa.
La verità è che per una piccola realtà di provincia come il Lecce, avere tra gli infortunati tre titolari, equivale ad averne dodici in una big. Perché gli organici, ovviamente, sono allestiti in maniera completamente diversa. Se una big ha la rosa composta da calciatori per lo più affermati, tra titolari e riserve, la piccola la tiene composta da scommesse con all'interno pochi giocatori conosciuti, di categoria o affermati. Se al Lecce togli completamente Banda, Gallo, Bonifazi ed ora Gaspar e se prima gli toglievi Berisha, Kaba e Sansone, senza parlare di Burnete o Marchwinski, si capisce che il danno della provinciale è decisamente più alto di quello che subisce una "grande". Con una differenza: i tifosi della grande bene o male capiscono il momento, quelli della provinciale, non tutti per carità, escono dai loro nascondigli come funghetti, ripetono e scrivono le stesse cose fino alla nausea: siamo scarsi.
In effetti l'organico del Lecce al completo è di buona fattura per il traguardo che deve raggiungere e lo dimostra il fatto che pur con tanti infortuni è in linea proprio con quell'obiettivo in classifica; ricordiamolo, organico pensato per giocare con una sola punta e con due ali, con tre centrocampisti e quattro difensori e che piaccia o meno, può dire la sua.
Certamente quando togli alcuni tra i calciatori più importanti, in panchina raramente si hanno titolari allo stesso livello, ma per lo più "scommesse" da fare crescere. Alcune deluderanno, com'è nell'ordine delle cose, altre riusciranno ad imporsi ma per farlo avrebbero bisogno dei tempi giusti rispettando gli step di crescita. Affidare il gruppo ad un allenatore che rispetta il lavoro svolto in estate e gestisce gli step con sagacia dovrebbe permettere alla squadra di restare aggrappata al gruppo quando gli infortuni affollano l'infermeria, spiccare il salto in avanti quando ha tutti a disposizione.
Per il Lecce questo sarà il momento della verità, si deve arrivare ai primi di gennaio con un organico ridotto ma nello stesso tempo riuscire a fare qualche punto in attesa di poter operare sul mercato di "riparazione". Roma è alle spalle e tutti, compresi i tifosi, devono avere la lucidità di voltare pagina e di stare vicini ad una squadra che sta patendo, sin dall'inizio del torneo, troppe vicissitudini negative sul piano della salute fisica. Altro che Juventus!