Duttilità, lealtà e dedizione alla causa: ecco chi è Paolo Faragò
LA SCHEDA
Un altro tassello va a comporre lo scacchiere di Marco Baroni in un Lecce che cercherà di dire la sua anche nella seconda parte di campionato: dal Cagliari, è appena arrivato infatti (con la formula del prestito) Pancrazio Paolo Faragò, jolly 28enne ma che con ogni probabilità verrà schierato dai giallorossi nel ruolo di mezzala.
Cresciuto nelle giovanili del Novara (anche se di origine calabrese, come ‘conferma’ il suo primo nome d’anagrafe), proprio nella società piemontese ha esordito in Serie B nella stagione 2012-2013 e per 5 anni si è imposto all’attenzione come un giovane di belle speranze in virtù, anche, dell’apporto di gol che ha offerto: in 141 presenze con la maglia dei gaudenziani ha messo a referto 21 marcature, oltre a vincere il Campionato di Lega Pro dell’annata 2014-2015 e la Supercoppa di Lega Pro nel 2015.
Nel mercato di riparazione della stagione 2016-2017, è il Cagliari a richiederlo in prestito e a tesserarlo con obbligo di riscatto. Con la compagine sarda, Faragò calca il palcoscenico della Serie A: il suo debutto nel massimo campionato avviene il 22 Gennaio 2017 contro la Roma, quando all’81° minuto prende il posto (ironia della sorte) di un altro calciatore attualmente al Lecce: Fabio Pisacane. Nelle successive tre stagioni viene impiegato con regolarità sulla catena di destra dei rossoblu, salvo poi fermarsi spesso per qualche infortunio di troppo. A gennaio 2021 viene ceduto in prestito al Bologna, ma riesce a disputare soltanto una gara, prima di patire un lungo stop per un fastidio all’anca, da cui ha recuperato recentemente. Ad oggi, Faragò vanta 101 gettoni di presenza nella massima categoria, condite da 4 gol. Non solo: il suo curriculumè arricchito da un oro alle Universiadi del 2015 (non dimentichiamoci che Faragò è laureando in Scienze dell’Alimentazione), da 6 presenze nella nazionale universitaria, da 6 presenze (e un gol) nell’Italia B e da una presenza nella nazionale Under 20.
Come già anticipato poco fa, Faragò ha purtroppo patito diversi infortuni che lo hanno costretto a soste più o meno lunghe durante tutto l’arco della sua carriera. I più gravi si sono verificati sul finire della stagione 2018/2019, a fine 2020 (con un infortunio alla coscia) e, soprattutto, a luglio 2021: un problema all’anca lo ha praticamente tenuto lontano dal campo fino al 14 dicembre dello scorso anno. Ora è completamente ristabilito e in piena forma, come dimostra il suo ingresso a 15 minuti dal fischio finale di Sampdoria-Cagliari 1-2 del 6 Gennaio scorso.
La duttilità di Faragò è sotto gli occhi di tutti: basti considerare che, nel corso della sua intera carriera, è stato in grado di essere schierato in tutti i ruoli della difesa e del centrocampo. Eccezion fatta per la figura del portiere e del centravanti, Faragò ha calcato i campi di gioco in tutte le altre posizioni. Nello specifico, vanta 179 presenze come centrocampista puro, di destra, di sinistra o mezzala e 40 come esterno destro (sia difensivo sia offensivo).
Nella stagione 2020/2021 (quella statisticamente rilevante, dato che nell’attuale ha registrato solo una presenza), Faragò ha disputato 9 gare (delle quali 4 dal primo minuto, per una media di 44 minuti giocati a partita) creando una grande opportunità di media a gara e producendosi in 33,7 tocchi di palla a match, completando l’86% dei passaggi, il 47% delle palle lunghe e il 47% dei cross. Difensivamente, è in grado di dire la sua, poiché ha registrato 1,6 tackle e 1,4 salvataggi a gara e ha vinto ben l’83% dei contrasti aerei con gli avversari. Molte, però, le palle perse: 5,3 per match.
Come si può constatare analizzando la heatmap, Faragò ha praticamente calcato ogni zona del lato destro del campo.
L’identikit di Faragò dipinto da Football Manager conferma un calciatore che è praticamente in grado di ricoprire vari ruoli, dal terzino destro all’esterno fluidificante destro, dal centrocampista laterale all’ala (anche a piede invertito), ma anche quello del centrocampista centrale: è in quella posizione che verrà impiegato da Baroni, dato che riesce a districarsi nei compiti del carrilero, del centrocampista di quantità e della mezzala e, soprattutto, perché proprio con il tecnico toscano ha trovato minutaggio in quella zona del rettangolo di gioco ai tempi del Novara.
Alto 187 centimetri e con un peso forma di 80 chili, Faragò riesce ad effettuare incursioni nell’area avversaria, è abile negli uno-due, temporeggia nei contrasti, prova spesso i passaggi lunghi ma non predilige il tiro da lontano.
I suoi pro sono numerosi: sa giocare con naturalezza in molte posizioni, sa adattarsi ad un nuovo team molto rapidamente, tende ad acquisire ed essere sempre in forma per cui non gli ci vuole molto in allenamento per brillare, mostra risolutezza, è considerato un giocatore prestante, affidabile e che dà tutto per la causa, in grado di proporre costanza nelle prestazioni e a cui piacciono i big match. I contro, invece, sono individuabili nella lunga serie di infortuni che ha minato il suo rendimento a lungo termine e che, ci auguriamo, siano ormai alle sue spalle.
Il miglior attributo di Faragò, per Football Manager, è l’integrità fisica (16/20). Ottimi i valori della determinazione, della massima elevazione, del controllo di palla, del coraggio, dell’impegno e del gioco di squadra; molto buoni quelli relativi a cross, senso della posizione, intuito, accelerazione e velocità. E’ lacunoso, però, sui calci piazzati, sull’aggressività, sul carisma e sulla fantasia di gioco. Faragò ha un’abilità attuale di 61/100 e una potenziale di 67/100, di fatto superiore a molti degli attuali elementi della rosa del Lecce.
Faragò sta cercando un’occasione di rivalsa personale dopo essere stato ai box per lungo tempo causa infortunio: la sua lealtà e la sua dedizione alla causa possono renderlo un elemento importantissimo per Lecce e per il Lecce. Se riuscirà ad esprimersi ai suoi livelli, potrà davvero fornire quel quid in più che i giallorossi stanno cercando in mezzo al campo. Sicuramente, la determinazione a cui ci ha abituato in passato è un fattore insito che lo aiuterà nell’inserimento in squadra e nell’offrire performance valide. E, senza dubbio, tale aspetto verrà sicuramente esaltato dalla piazza e dai tifosi.
Benvenuto, Paolo!