Mancano
pochi minuti alla fine del recupero di una partita in salita, come siamo abituati a vedere spesso quando gioca il Lecce. Pochissimi minuti dicevamo, i giallorossi con le ultime energie rimaste cercano di portare a casa i
tre punti che gli consentirebbero di continuare a sperare nella
salvezza, dopo aver
rimontato due gol; una palla sporca in area del Bologna non ha padroni, Marco
Mancosu si avventa ma viene
colpito in pieno volto da un giocatore avversario nel tentativo di cingerlo. Il capitano cade:
rigore sacrosanto!
No, nessun rigore a prescindere, neanche la briga da parte del signor
Calvarese di andare a rivederlo personalmente,
giusto per rispetto ad una squadra, ad una società, ad
un'intera tifoseria che è aggrappata alla possibilità che quel penalty venga giustamente concesso.
Niente! Ribaltamento di fronte ed il Bologna, in contropiede, sigla il 3-2 che mette fine alla partita e probabilmente alla
serie A del Lecce.
Vi abbiamo raccontato l'episodio finale della contesa, dal nostro punto di vista, ma non vogliamo
sottacere su tutto il resto.
Il
Lecce si gioca moltissimo a Bologna, lo sanno tutti, soprattutto gli interpreti scelti da Liverani ma accade qualcosa di
inspiegabile: i giallorossi, forse per la troppa tensione, scendono sul terreno di gioco soltanto fisicamente perchè non ci stanno con la
testa. Dopo neanche cinque minuti il Bologna è già sul due a zero, grazie ad
errori da quarta serie commessi dai salentini e potrebbe
dilagare. Gli uomini di Sinisa appaiono indemoniati, vengono a
incalzare alto il Lecce impedendogli di fatto di sciorinare la manovra che tanto piace a Fabio Liverani; ingabbiano Pippo
Falco e pressano su tutti i portatori di palla, fino ad arrivare a Gabriel. Sembra che non ci sia partita, perchè ci sono trenta minuti di
sofferenza vera da parte di Mancosu e compagni nei quali i felsinei potrebbero segnare altre reti; incredibilmente il Bologna decide però di complicarsi la vita (scontro portiere difensore), permettendo a Mancosu di
accorciare le distanze. Il Lecce è rinfrancato, nel secondo tempo scende in campo anche con la testa e gioca un'altra partita
tutta cuore e tecnica: tira sovente in porta, colpisce una
traversa che grida ancora vendetta (piuttosto ai portieri delle altre squadre non capita dopo un palo che la palla gli rimbalzi sulla schiena ed entri in porta, purtroppo). La gara è nelle mani dei pur
stanchi giallorossi e Liverani stavolta, contrariamente alla partita contro il Genoa, mette mano alle
sostituzioni: soprattutto
Rispoli ma anche
Petriccione regalano una marcia in più.
Falco poi è incontenibile,
pareggia e successivamente si vede
negato il gol del 3-2 a causa di un disperato
salvataggio sulla linea.
Il
Lecce, seppur confusamente, continua ad
attaccare a testa bassa fino all'episodio del
rigore che se segnato, non si può mai dire perchè per gli ultimi due stanno ancora cercando il pallone finito oltre le curve, avrebbe
riaperto concretamente la
corsa al quart'ultimo posto, oltre a trasmettere al
Genoa una grandissima
pressione.
Niente ultima possibilità di riprendere per i capelli un campionato falsato dal post-
Covid: Calvarese ha detto no e si sa
“è rigore quando arbitro fischia” e quando il
signor Var e la
signora Var (non sono marito e moglie) decidono per il si.