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Gigi De Canio è stato un allenatore importante per il Lecce ed ha scritto pagine di storia indelebili per questo club, nonostante i tribunali abbiano poi parzialmente cancellato le vittorie del campo.

L'ex tecnico giallorosso ha rilasciato un'intervista ad Anteprima24.it, nella quale ha parlato della sfida di domenica pomeriggio tra Lecce e Benevento e di quanto sia stata importante per lui l'esperienza vissuta in Salento:

LA PARTITA - “Credo sinceramente che sarà una partita molto equilibrata tra due delle squadre più forti del campionato. Questa serie B è molto livellata nei piani alti, ci sono davvero parecchie compagini forti lassù e altre che possono rientrare dalle retrovie. Penso al Monza, alla Cremonese, al Parma, al Brescia. Ecco, rischio di dimenticarne qualcuna…”.

Oggettivamente la gara di domenica potrebbe essere decisiva, soprattutto in caso di vittoria dei giallorossi. Nonostante manchino tante sfide alla fine del campionato, un eventuale -8 dai giallorossi potrebbe rivelarsi pesante dal punto di vista psicologico per i sanniti. 

CASERTA - “E’ stato con me solo poche settimane, purtroppo non ho avuto l’opportunità di conoscerlo profondamente ma ho il ricordo di un ragazzo molto intelligente e preparato. Lo vedo preso dalle esigenze della squadra, non posso che fargli i complimenti. Il percorso che sta facendo non mi sorprende affatto, la persona è di grande qualità, ha passione e competenze. Sta facendo bene ovunque, la sua crescita è evidente”.

L'allenatore dei campani sta facendo molto bene ed in carriera ha già ottenuto due promozioni con Juve Stabia e Perugia. Benevento è la grande occasione della sua carriera, anche se in questa B nulla è scontato. 

L'ESPERIENZA DI LECCE - “Un gran bell’ambiente e i risultati sportivi. Arrivai a stagione in corso e non riuscimmo a salvarci nonostante tante prove di carattere. Avevo una squadra viva. Restai l’anno successivo in B e vincemmo il campionato, ma è nell’anno seguente che abbiamo compiuto l’impresa".

LA SALVEZZA - "Un dirigente di serie A disse che avremmo fatto un miracolo ad arrivare terzultimi, noi addirittura ci salvammo con una giornata di anticipo. Una soddisfazione, come dicevo, ancora più grande in virtù del ruolo che ricoprivo. Fare un campionato di serie A preoccupandosi della gestione economica e di quella tecnica è davvero complicato. Non solo mantenemmo la categoria, ma valorizzammo tanti giocatori di proprietà la cui cessione avrebbe poi fatto rifiatare le casse societarie”.

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