Siani: "Giampaolo a Lecce ha la possibilità di uscire dalla rete dei meme"
Il parere del giornalista di Cronache di Spogliatoio sul nuovo allenatore del Lecce
Il giornalista sportivo Fernando Siani, durante il suo podcast per Cronache di Spogliatoio “Lo Stellato, il calcio per palati fini”, ha parlato del ritorno in pista di Marco Giampaolo, da qualche giorno nuovo allenatore del Lecce. Ecco di seguito le sue parole:
La pausa per le partite delle nazionali di novembre ha tra le sue caratteristiche quella di portare via con sé, oltre all’entusiasmo di tanti tifosi che tutto vorrebbero tranne che fermarsi ancora, anche gli allenatori che in questi mesi non sono riusciti ad ingranare. Si parla tantissimo della Roma, che potrebbe essere al terzo tecnico della sua stagione, ma in queste ore anche il Lecce ha cambiato. È finita l’avventura di Luca Gotti e la chiamata a sorpresa di Pantaleo Corvino è stata quella di Marco Giampaolo. Per tutti “il maestro”.
Come nasce il soprannome?
Il soprannome è nato durante la sua prima conferenza stampa al Milan, quando Carlo Pellegatti, noto allenatore di fede rossonera , disse: “È la prima volta da quando seguo il Milan che mi trovo ad una conferenza stampa non di un allenatore ma di un maestro di calcio".
Maestro perché la sua tesi a Coverciano dal nome “La settimana tipo dell’allenatore” è ancora presa ad esempio come tra le più brillanti mai realizzate, una tesi in cui Giampaolo illustra giorno dopo giorno come gestire le sessioni d’allenamento: dall’attenzione ossessiva agli esercizi, ripetuti fino a quando non riescono alla perfezione, al rapporto con i giornalisti e l’importanza di delegare ai suoi collaboratori.
Il guru degli allenatori
Giampaolo dall’ambiente è sempre stato visto come una sorta di guru, se vogliamo anche di genio dal punto di vista delle idee di campo. Poi, però, c’è il campo, nel quale sono arrivati 11 tra dimissioni ed esoneri, quello più eclatante proprio al Milan, il 5 ottobre del 2019, raro caso di un allenatore esonerato dopo una vittoria. I rossoneri si imposero per 2 a 1 in rimonta sul Genoa, in dieci, a causa del rosso a Biraschi. Il Milan arrivava da una serie di risultati tremendi e la prestazione di Marassi venne giudicata non sufficiente dall’allora responsabile dell’area tecnica Paolo Maldini, che decise di sostituirlo con Pioli.
La surreale intervista post partita di Giampaolo, in cui ammise di non essersi accorto del rosso al giocatore del Genoa, contribuì a creare quella che è stata la sua vera condanna nel corso degli ultimi anni. Giampaolo, purtroppo per lui, è diventato un meme, al pari di Mazzarri e Malesani. E quando diventi uno zimbello per i social diventa complicatissmo uscirne.
Quante volte abbiamo visto l’immagine di Giampaolo con un bicchiere di vino oppure la sua faccia per indicare una scelta assurda, come se fosse paradossale immaginare una squadra che possa decidere di puntare realmente su di lui.
La rete non perdona
Il web, quando vuole, sa essere spietato: è una macchina che si autoalimenta di una satira che a volte sconfina, uso un termine forte, nel bullismo. E cosi, allenatori dalla carriera di tutto rispetto, si trovano confinati in un angolo, destinati alla derisione perenne. È un confine sottile, perché finchè le cose vanno bene, il meme è semplicemente uno schizzo di simpatia ed allora se ne può ridere insieme. Come nel caso di Allegri, che ha di sicuro un futuro solido in una big, o dello stesso Gotti, diventato anche lui una base meme ma con riferimenti all’affermazione del maschio alfa, che nulla centrano con il calcio. Quando invece il meme riguarda figure che fanno fatica a rilanciarsi, questo diventa praticamente una sentenza della Cassazione.
Missione non impossibile
Possiamo tranquillamente dire che la carriera di Alberto Malesani sia finita per questo motivo. Giampaolo, per colpa di quella etichetta di maestro riempita di ironia, ha rischiato di vedere porre fine alla sua carriera. La chiamata del Lecce, improvvisa, gli regala una possibilità gigantesca di uscire dal web e da questa rete nella quale era incastrato. La missione non è impossibile, il Lecce è terzultimo a 9 punti, ma appena ad un punto da Cagliari, Como e Genoa.
Alla ricerca dell'identità perduta
Ha fatto vedere delle ottime cose ma ha all’attacco peggiore della Serie A, con appena 5 gol fatti. In conferenza stampa Corvino ha detto di voler ripartire da Giampaolo perché lui ha un’identità che si sposa bene con le caratteristiche della rosa. Giampaolo, invece, ha detto di aver fatto molto smart working, di aver studiato tanto e di avere già in testa quale sarà la formazione del Lecce. L’aspetto mentale è sempre stato il grande limite di una carriera che adesso, a 57 anni, può finalmente ripartire. Per salvare il Lecce ma soprattutto per salvare se stesso.