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Ieri il Lecce è sceso in campo ed ha ottenuto un pareggio contro la Cremonese, in una partita dai due volti. Nel primo tempo la formazione di Corini è sembrata in palla fin da subito, ma si è sgonfiata non appena la punizione di Gaetano è finita beffardamente in porta, subendo il colpo ed anche la rete del raddoppio, con una disattenzione difensiva che ha molteplici colpevoli. Nella ripresa, al contrario, la truppa giallorossa è entrata con un piglio diverso, ha trovato subito la rete del 2 a 1 ed ha spinto con veemenza fino a raggiungere il pareggio. Nonostante qualche pericolo corso da Lucioni e compagni sul risultato di parità, alla fine, per quanto visto in campo, il Lecce avrebbe anche meritato di vincere l’incontro, per la mole di gioco prodotta e per le occasione create, come quella nell'ultima azione del match con il colpo di testa di Paganini ed il miracoloso intervento del portiere grigio rosso. Perché questa squadra ad un certo punto del primo tempo ha avuto un blackout totale e, soprattutto, perché nella prima frazione di gioco i salentini, seppur abbiano avuto maggior possesso palla rispetto agli avversari, non hanno creato occasioni degne di note? Ecco, a queste domande abbiamo già risposto con il nostro titolo, ma vogliamo approfondire il tema perché ci sembra giusto esporre in modo argomentato quello che sembra già chiaro a tutti. Giocare come nel primo tempo, con la punta isolata in mezzo ai centrali difensivi avversari e gli esterni d’attacco lontani dal centravanti, giova solo a chi affronta i giallorossi. Visto il parco attaccanti del quale dispone Corini, infatti, sarebbe necessario scendere in campo sempre come nella ripresa, con due attaccanti di ruolo, che sappiano dialogare tra loro, come è avvenuto nell’azione del secondo gol, e possano avere maggiore supporto dal resto della squadra. Certo, il tecnico leccese ieri ha snaturato la sua idea di calcio, inserendo la seconda punta solo per provare a recuperare il match, ma la reazione della squadra ed il gioco prodotto sono segnali tangibili di come due attaccanti in campo possano creare maggiori pericoli alle difese avversarie. Anche Massimo Coda ieri, al termine del match, si è sbilanciato, appoggiando il modulo del secondo tempo, perché a suo dire più consono alle caratteristiche dei giocatori presenti in rosa. Chissà che a Cosenza il Lecce non si presenti con due centravanti fin dal primo minuto, in fondo il campionato è lungo ma qualche squadra ha già iniziato a correre.
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