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Aurelio De Laurentiis, patron del Napoli, è tornato a durante il convegno “Dall’analogico al digitale. Le nuove sfide della comunicazione". 

Tema principale del suo intervento, quello relativo ai diritti TV dal punto di vista della gestione dei club calcistici. Ecco le sue parole riportate da Calciomercato.com.

La preoccupazione per il calcio italiano

I nostri contratti televisivi scadranno nel 2029, ma intanto la UEFA sta per varare dei bandi relativi ai diritti dal 2027 al 2030 e dal 2030 al 2033. Penso che noi in cecità totale abbiamo dato alle nostre piattaforme locali i diritti fino al 2029. 

Ciò vuole dire che quando nei prossimi mesi i signori dell'Uefa avranno fatto bingo licenziando i propri diritti per ben due trienni, non ci saranno più possibilità di sovvenzionare il calcio italiano. 

Significa che quelle 6-7 squadre che potranno partecipare ai tornei europei forse riusciranno a sopravvivere, tutte le altre moriranno in un solo colpo.

Autoproduzione e autodistribuzione

Sei anni fa dissi ai miei colleghi di imparare non solo ad auto-produrci ciò, come faccio col Napoli, ma anche ad auto-distribuirci. Se il prodotto lo commercializzassimo noi sapremmo come dargli visibilità.

Risultati fallimentari

Si deve uscire da questi accordi con delle piattaforme che promuovono solo le partite internazionali. Chi ha solo il campionato nazionale non fa una promozione per cui abbiamo 25 milioni di tifosi per la Serie A e risultati fallimentari per presenze sulle piattaforme. 

De Laurentiis

Purtroppo i miei colleghi mi seguono in parte: io sono sempre stato un imprenditore, mi dicono che sono un visionario, ma sono stanco di sentire questa stupidaggine. Io conosco i mercati, è diverso. I nostri della Lega non sono stati capaci di vendere i diritti della Serie A all’estero, è un’ignominia, sono stati distruttivi.

L'aneddoto

Nel 2008 per Napoli-Panionios di Intertoto chiesi a Sky di avere il canale 251 per trasmettere le partite perché tutte le altre tv mi dissero che non avrebbero mai trasmesso una partita del genere. Io, offesissimo, parlai con loro e proposi la pay per view, che ebbe un successo fantastico: virtualizzai lo stadio con un biglietto da 10 euro. 

L'abbiamo fatto anche con le partite amichevoli di quest’estate, che non interessano ai broadcaster. In passato con Sky e Mediaset, quest’anno con OneFootball, che è una piattaforma su cui bisogna ragionare per la Serie A del futuro.

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