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Il tecnico Marco Baroni ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida amichevole tra Heerenveen e Lecce, in programma domani pomeriggio. Di seguito le sue dichiarazioni.

“A fine gara col Vicenza avevo ringraziato la squadra, per l’impegno e la voglia. Dal punto di vista del lavoro c’è applicazione. Quando ci sono queste componenti il nostro lavoro è facilitato. Ci sono tante cose su cui lavorare ancora ma questo non mi spaventa. Qui c’è un organico con giovani dal tasso tecnico di rilievo. Contro il Vicenza c’è stata la predisposizione a tenere ritmo e ad essere aggressivi, correndo in avanti e non indietro. In questo momento mi serve vedere la ricerca sotto l’aspetto mentale delle cose che chiedo e che proviamo. Ci serve un po’ di tempo ma non mi piace cercare alibi. Sono convinto che queste due settimane saranno utili”.

“Sono contento di questa amichevole contro l’Heerenveen, giochiamo contro una squadra fisica. Sono molto curioso. Non vedo l’ora di misurarci contro un avversario importante”. 

“Vera? Questo ragazzo deve essere sereno, sta lavorando bene. Sono attento a cogliere i particolari. Mi ha dato disponibilità in un ruolo che interpretava in Colombia e aveva un pochino perso. Lo sto facendo giocare proprio per questo. Mi servono dei segnali e me li sta dando. Era un giocatore in uscita, vediamo adesso se magari possiamo fare delle riflessioni positive su di lui, io penso di sì”. 

“Quando chiedi un modello di gioco come il nostro gli esterni sono giocatori importanti. Siamo attenti sul mercato, non è un momento facile per nessuno. All’interno di queste difficoltà cerchiamo di individuare i soggetti che possono darci una mano”. 

“Per me non esistono amichevoli, la nostra testa deve essere sempre competitiva. È chiaro che in questa gara ci sarà qualche giocatore che voglio vedere, ci sarà un po’ di spazio per chi ha giocato meno. Dobbiamo mentalizzarci da questo punto di vista. Chi va in campo ha una chance importante per dimostrare il suo valore. Mi piace pensare non solo a 13/14 titolari, tutti devono sentirsi titolari ed essere pronti”. 

“Hjulmand? È un giocatore giovane, che ha talento e lo ha già dimostrato lo scorso campionato. Giocatori così devono aprire le proprie frontiere. Mi piace pensare che i giocatori possano avere un bagaglio di ruoli più ampio. Io vedo Blin più play, lavorare su Hjulmand come interno può diventare una risorsa per la squadra e per lui stesso”.

“Helgason? È un giocatore importante, ha un gran tiro con il piede destro. Dobbiamo dargli però il tempo di entrare nel nostro calcio, arrivano in un calcio diverso, per loro cambiano i ritmi e cambia l’aspetto tattico, soprattutto nella fase di non possesso. Nel primo periodo a questi ragazzi dobbiamo dar tempo di metabolizzare i nuovi aspetti. Ho utilizzato Helgason da esterno perché volevo vedere le sue attitudini. Lo può fare perché ha una corsa importante nei primi venti metri. È un ruolo che può fare, anche se secondo me è più un interno”.

“A Lecce ho trovato un gruppo di lavoro che porta avanti delle idee. C’è molta forza all’interno della società su quelle che sono le linee guida. Sono rimasto sorpreso da tutte le persone che girano intorno alla squadra, sono professionisti di altissimo livello. La passione per questa maglia è una componente che fa la differenza, fanno le cose con amore e con voglia. Questo mi fa piacere, se viene trasferito ai ragazzi può diventare un valore aggiunto. Ai ragazzi dico di non adagiarsi mai, dobbiamo avere spirito di appartenenza. Questo aspetto alla fine fa la differenza”.

“Non si deve parlare di difensori o di fase difensiva legata alla difesa. La squadra è un insieme. I nostri attaccanti devono essere i primi a correre verso la palla e a ricercare la riconquista. Il calcio di oggi non ti permette di pensare che la palla nei piedi degli avversari è solo un problema della difesa. Anche se a sprazzi ho visto già una squadra dinamica, che aggredisce, accetta l’uno contro uno e non difende di posizione, dando poco spazio di pensiero agli avversari”.

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