Rebic non è esterno, ma il sostituto di Piccoli
L'attaccante croato è arrivato per giocare da prima punta ma al momento ha visto solo il campo da laterale offensivo
Lo scorso anno Luca Gotti è arrivato nel Salento in un momento complicato ed ha salvato il Lecce con scelte semplici ma efficaci.
Ha deciso di puntare sulla fisicità di Dorgu schierandolo davanti a Gallo e di giocare spesso con le due punte, una accanto all’altra, in un 442 che all’occorrenza diventava 4231.
Roberto Piccoli e Nikola Krstovic hanno affinato l’intesa e permesso al Lecce di trovare la via del gol con più facilità, creando occasioni a ripetizioni grazie alle loro qualità messe al servizio della squadra.
L'arrivo di Rebic
Quando Ante Rebic ha firmato con il Lecce si è subito immaginato che la squadra giallorossa avesse scelto il centravanti croato per formare una nuova coppia con Krstovic ed all’occorrenza per utilizzare l’ex Milan come alternativa al centravanti montenegrino, nei momenti di fisiologico appannamento vissuti da quest'ultimo.
Pantaleo Corvino, nella conferenza stampa di presentazione, ha parlato così di Ante Rebic, svelando anche un retroscena di mercato legato al suo arrivo nel Salento:
Tre anni fa ha vinto lo scudetto col Milan segnando tanti gol. Ho chiamato Pioli e gli ho chiesto se Rebic è più prima punta o esterno. Ha fatto il vice di Giroud e ha vinto uno scudetto.
Le convinzioni di Gotti
Luca Gotti, però, tecnico dei giallorossi, in queste prime giornate di campionato ha dimostrato di pensarla diversamente. Sia attraverso i fatti – lo ha sempre schierato sull’esterno – che con le parole. Queste le sue dichiarazioni alla vigilia della sfida con l’Udinese, persa dai giallorossi ieri per 1 a 0:
Ha prevalentemente giocato esterno, quella è la sua mattonella. Devo cercare di mettere i giocatori a loro agio e creare delle dinamiche di squadra funzionali.
Tutti nella stessa direzione
Ora, è importante fare chiarezza. Rispetto al ruolo di Ante Rebic e ad altre dinamiche che sembrano poter fare solo il male del Lecce. Non è importante chi abbia ragione ma soltanto che tutti i giocatori vengano messi nelle condizioni di esprimersi al meglio per il bene di questa squadra. Salvarsi è possibile, a patto che si remi tutte nella stessa direzione.