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Sampdoria, Como, Lazio, Udinese, Fiorentina, Torino, Ascoli, Roma, Hellas Verona, Juventus, Inter, Milan, Brescia, Atalanta, Empoli, Pescara, Cesena, Pisa, Avellino, Cremonese, Bari, Bologna, Parma. Diego Armando Maradona in Serie A, con la maglia del Napoli, ha affrontato 25 squadre differenti. La lista riportata, composta da 24 compagini, è l’elenco di tutte le squadre alle quali il fuoriclasse argentino, scomparso all’età di 60 anni, ha segnato in Serie A. Di sinistro, di destro, di testa, da calcio di punizione, su calcio di rigore. Talvolta anche contro le leggi della fisica. Maradona ha messo a segno 81 reti in Serie A, segnando contro tutte le squadre che ha affrontato. Tutte tranne una: il Lecce. La squadra salentina è l’unica squadra affrontata da Maradona contro la quale il fuoriclasse argentino non è mai riuscito a segnare in campionato. L’unica rete siglata dal Diez contro i giallorossi risale ad un Lecce-Napoli di Coppa Italia terminato 1-1. Una statistica singolare e interessante quella relativa agli incontri fra Maradona e il Lecce, che si sono affrontati, in campionato, complessivamente in sei occasioni: il bilancio totale è di tre vittorie per il Napoli e di tre pareggi. Maradona con il Napoli ha vinto due scudetti, nelle stagioni 86/87 e 89/90, e un titolo di capocannoniere della Serie A, nella stagione 87/88. Le vittorie con la squadra partenopea sono state il simbolo del riscatto del Napoli, che mai aveva vinto prima dell’arrivo dell’argentino e che grazie a quest’ultimo è riuscito a imporsi contro Juventus, Milan e Inter: le cosiddette giganti del nord. “Sentivo di rappresentare una parte d’Italia che non contava nulla”, disse intervistato a riguardo. Lo stesso ha fatto con l’Argentina, portandola sul tetto del mondo nella kermesse di Messico ’86, il campionato del mondo che consacrò definitivamente Maradona come il giocatore più forte di tutti i tempi. Emblematica la doppietta all’Inghilterra nei quarti di finale: prima un gol di mano, la famosa “mano de Dios”, e poi la fantastica cavalcata che valse l’appellativo di “gol del siglo”. Il tutto meravigliosamente raccontato da Victor Hugo Morales, radiocronista uruguayo che ebbe l’onore e l’onere di descrivere la migliore giocata individuale nella storia del calcio. Definì Maradona “barrilete cosmico”, aquilone cosmico, accompagnando con la voce le immagini del gol più bello di tutti i tempi. Quella doppietta contro l’Inghilterra è il manifesto del Maradona uomo e calciatore: inganno e bellezza. Per il piacere di tutti gli appassionati di calcio che non smetteranno mai di decantarne le gesta, passate alla storia.
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