"Tifo Lecce da Buggio". La nuova storia parte dalla Liguria
L'intervista ad un tifoso del Lecce non salentino
La scorsa settimana abbiamo raccontato la storia di Federico Guasti, tifoso del Lecce nato a Prato e senza nessun legame con il Salento. Da quel momento, tanti di voi ci hanno chiesto di ascoltare e riportare le loro esperienze. Abbiamo, quindi, deciso che ogni settimana racconteremo una storia di tifosi giallorossi non originari del nostro territorio.
Il protagonista di oggi si chiama Alberto Pastor, ha 26 anni, vive a Buggio, in mezzo alle montagne in Liguria, ed è un tuttofare del suo agriturismo:
“La mia è una storia particolare, un po' come quella della mia famiglia. Calcisticamente siamo anomali. Io tifo Lecce, non chiedetemi perché non ve lo saprei dire. Da piccolo mi hanno conquistato i colori, vivi, accessi e da allora non ho più smesso di seguire questa squadra. Lontana chilometri ma sempre dentro al mio cuore. Mio padre tifa Genoa, mio fratello Parma ed, infine, mia madre Fiorentina. Domenica sarà un po' un derby e non vediamo l’ora inizi la partita”.
Alberto non ha legami con il Salento e non ha mai visto il Lecce dal vivo. Non conosce nemmeno la città ma ha in programma una gita per scoprire le meraviglie del Salento:
“Ho visto soltanto una partita dal vivo allo stadio. Un Sampdoria-Parma di tanti anni fa. Da piccolo non avevo nessuno che mi portasse ed ora gli impegni di lavoro mi costringono a rimanere nel mio agriturismo. Non vedo l’ora di venire a trovarvi nel Salento, però. È un mio obiettivo e credo proprio che la prossima vacanza la passerò lì. Proverò a venire durante il campionato, per fare visita al Via Del Mare. Chissà che emozione vedere quelle maglie in quello stadio”.
Al Lecce lo legano tanti ricordi, sia belli che brutti, ma ciò che non dimentica sono le emozioni dopo ogni promozione:
“Ognuna è stata indimenticabile. Seguo il Lecce sempre, in A come in C, ma quanto è bello salire di categoria e poter affrontare le grandi squadre ed i grandi campioni. La doppia retrocessione è stata atroce, una grande delusione, ma alla fine siamo ritornati ed è questo quello che conta”.
Alberto durante la nostra chiacchierata nomina spesso il Salento, si percepisce che è una terra che ama, anche senza conoscerla, e che vuole visitare al più presto:
“Ti racconto questo aneddoto che mi ha fatto capire quanto voi salentini siate caldi ed accoglienti. Una sera d’estate nel mio agriturismo arriva un gruppo di amici. Mentre sto per servirli, sento che stanno parlando del Lecce. Allora corro velocemente nella mia stanza, prendo una sciarpa, torno al tavolo ed urlo “Forza Lecce”. È stata una serata fantastica, abbiamo parlato della nostra squadra del cuore ed alla fine ci siamo scambiati i numeri. Quando verrò non esiterò a contattarli”.
Prima di chiudere Alberto mi ha confidato le sue speranze per questa stagione ed i suoi idoli in questa pazza annata:
“Mi piace molto Banda. Ad inizio anno saltava come birilli avversari molto quotati. Anche Di Francesco è un giocatore unico nel suo genere. Il mio idolo, però, è Federico Baschirotto. Quando ho sentito la sua storia mi è sembrato di riviverla in parte. Anche lui, proprio come me, appena ha un attimo di tempo aiuta i suoi nella fattoria di famiglia. Ha valori che vanno al di là del calcio, è davvero uno di noi. Ora bisogna ritrovarsi, ma la squadra è giovane, inesperta e qualche battuta d’arresto ci sta. Credo fortemente nella salvezza, sono sicuro che alla fine ce la faremo”.
Una ventata d’ottimismo, arrivata da chi non vive in questa piazza e forse, non respirando il velo di pessimismo che abita oggi il cuore e la mente dei tifosi giallorossi, guarda il presente con maggiore lucidità. Un’altra storia che ci riempie di orgoglio e che ci permette di capire come il nostro piccolo grande Lecce accolga tifosi e consenso in tutta Italia.
Per alcuni Federico, Alberto e gli altri che vi racconteremo sono dei “rinnegati” al pari dei salentini che tifano le grandi. Ma fidatevi, non è così. Loro hanno scelto il Lecce non per vincere, non per giocare la Champions o per comprare la maglia del grande campione, ma per appartenere ad un club, ad una maglia ed agli unici due colori che fanno battere il loro cuore.