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L'ex allenatore del Lecce Eugenio Corini ha parlato oggi in conferenza stampa presentandosi come nuovo tecnico del Brescia. Le sue parole sono state riportate da tifobrescia.it:

EMOZIONE - “Indubbiamente è una serata emozionante e densa di significati. Se parlo da un punto di vista professionale era l’occasione che cercavo: volevo rientrare in una squadra con ambizioni di vertice. Dal punto di vista emotivo ho ritenuto mai finito il mio percorso a Brescia: ho tanto rammarico per non aver provato fino in fondo a salvare la squadra in Serie A.”

CELLINO - “Con il presidente ci siamo sempre detti le cose in faccia: ci sono state tanti situazioni particolari e non mi aspettavo un mio ritorno qui. C’è stata una telefonata molto lunga e significativa con il presidente: ci ha permesso di chiarire alcuni aspetti e, a prescindere dalla firma dei giorni successivi, per me era già molto importante aver parlato con Cellino.

Ringrazio Marroccu ovviamente, oltre al presidente. Ha affrontato tutte le problematiche che in questi giorni sono sorti: le abbiamo superato, segno che c’è molta voglia di reiniziare questo progetto. Mi accollo questo rischio con grande passione: c’è follia sul filo dell’equilibrio. Quando senti qualcosa (e dopo quella chiamata a me era scattato qualcosa), bisogna agire senza pensarci.”

IL PASSATO - “Le difficoltà di operare sul mercato posso comprenderle nelle divergenze passate: io mi sono trovato a casa dopo aver perso contro il Milan e contro il Bologna in inferiorità numerica. Adesso la squadra è in piena lotta promozione: ci siamo attardati rispetto alle prime due posizioni, ma ci sono ancora sette partite e ce la giocheremo fino in fondo. Io sono legato ai ragazzi che ci hanno portato in Serie A: avevamo tanti giocatori importanti come Tonali, Torregrossa e Donnarumma, ma era lo spogliatoio che ha fatto la differenza. Questa squadra è molto diversa: a gennaio c’è stato un altro miglioramento. Non voglio paragonare le due squadre, ma anche questa può ambire alla promozione.”

BRESCIA - “Brescia per me rappresenta tanto, tutto. Sono nato e cresciuto finendo per consacrarmi qui. Quando ero a casa e lavoravo con il mio staff, l’unica squadra che pensavo di non poter più allenare era proprio il Brescia. E invece sono qua: nella mia vita non mi sono mai tirato indietro di fronte alle responsabilità. Cercheremo di fare il meglio possibile. Conosco bene la nostra tifoseria: se ci accompagnerà potremo toglierci tante soddisfazioni. Posso garantire che gli uomini in campo avranno valori importanti.”

L'OBIETTIVO - “Il contratto è stato fatto fino al 2023 perché c’è un’idea. Sette partite sono poche, ma bisogna cogliere ogni occasione partita dopo partita. Ci proveremo con tutte le nostre forze fino alla fine. Discussioni passate con Cellino ce ne se sono state tante, ma ho sempre lavorato in piena autonomia. Essere criticato fa parte del calcio e può farlo anche un presidente, ma le scelte devono essere prese dal tecnico. Prometto motivazione, impegno e grinta Se poi non saliremo in Serie A, non dipende da noi. Io vedo la grande possibilità di provarci, a prescindere da tutto. Inzaghi ha fatto un ottimo lavoro perché la squadra è sempre stata nelle prime posizioni, quindi è stato un ottimo allenatore. Vedendo da fuori il Brescia sembrava orientrato verso un principio di gioco e la squadra lo ha sempre seguito. Ho un sistema base in testa che può variare in base ai giocatori: è una squadra generosa che non si risparmia mai.”

I SINGOLI - “Nell’anno della promozione usavo Spalek come trequartista e quest’anno è ancora qua. La mia idea è che ci siano almeno quattro giocatori che possono giocare dietro le punte. Fortunatamente arriva la sosta e possiamo lavorare bene su molti aspetti. Questo è un campionato molto equilibrato, difficilmente ci sono state sei squadre in corsa per i primi due posti; ogni gara fa storia a sé, ci sono valori diversi rispetto alla Serie A. 

Il Vicenza verrà qui fra dieci giorni e non bisogna guardare la differenza di classifica. Ayé con me ha debuttato in Serie A: è un ragazzo che mi è sempre piaciuto perché ha sempre avuto grande voglia di migliorarsi. A livello tecnico ha margini di miglioramento che l’anno scorso gli hanno permesso di segnare ben sedici gol lo scorso anno.”

IL RETROSCENA - “Mia mamma era arrabbiata quando sono andato via, mentre oggi è ovviamente felicissima. Penso che ogni squadra abbia attitudini diverse: l’allenatore deve esaltare le qualità e coprire i difetti. Il livello motivazionale è fondamentale. Ho detto ai miei ragazzi che non devono mai avere paura e avere coraggio: dentro ogni partite ci sono migliaia di sfumature.”

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