Il Lecce segna poi SI reprime e SI sconfigge. Fa tutto da solo!
Non sembrava vero che il Lecce avesse iniziato la partita in maniera scintillante. Gol fatto, tiri in porta, gol incredibile sbagliato da Coda ed un Ascoli annichilito. Dal meritato e possibile due a zero si passa al regalo che rimette in partita gli avversari, gratuito. Il Lecce s'innervosisce, Mancosu inizia a non passare più la palla incaponendosi nell'uno contro tutti, Coda dopo il primo errore è scomparso dalla scena, Stepinski anche, in seguito all'ingenuità che ha concesso il pareggio e il nervosismo ha preso il sopravvento.
Poi il raddoppio dell'Ascoli, ancora più agitazione, altro gol fallito da Coda, rigore allo scadere spedito in curva dal capitano.
Sconfitta.
Corini deve gestire una rivoluzione tecnica, con tanti giocatori, anche giovani, presi da ogni parte del mondo e che probabilmente non conoscono ancora neanche tutti i nomi dei loro compagni di squadra. A questo si aggiunga la gestione degli infortuni e nel recente passato dei mal di pancia. Il tecnico giallorosso non deve perdere la lucidità.
Il Lecce è un cantiere aperto che ha una palpabile necessità di scrollarsi di dosso la pressione che comporta essere il Lecce in serie B, perchè quello che appare ormai evidente è la mancanza di tranquillità.
La sfiducia nelle ottime possibilità che pure ci sono, il crollo mentale ed il nervosismo crescente quando si presentano le avversità. La frenesia e l'incredulità di non riuscire a capovolgere le sorti di una partita portano gli interpreti a commettere un errore tecnico dopo l'altro. Ci sarebbe bisogno di un po' di spensieratezza, di credere nei propri mezzi ed invece non si vede nulla di questo, è come se una cappa invisibile avvolga la squadra, ma Corini deve trovare la chiave per uscirne.
La sconfitta contro una squadra “normale” ma volitiva come l'Ascoli deve far suonare un campanello d'allarme, il Lecce si deve svegliare.
Corini ha avuto l'intuizione di inserire Hjulmand dal primo minuto insieme a Tachtsidis, ottima la prova del danese, ma lo stesso non si può dire dei suoi compagni. Corini da allenatore che usava le fasce come grimaldello, gioca con Zuta che ha una allergia a cavalcare quella di sua competenza e dall'altra parte Maggio, appena arrivato, che il fondo non l'ha guadagnato mai e neanche l'ha cercato. Si è gestito.
Henderson e Hjiulmand nel primo tempo si sono dovuti sdoppiare tra il ruolo di interni e quello di ali, lasciando buchi davanti alla difesa. Gli esterni quando e se salivano eseguivano il movimento in ritardo, facevano perdere almeno un tempo di gioco alla manovra. Un handicap non da poco.
A questo si aggiunga che il capitano, Marco Mancosu, il punto di riferimento, ha deciso che quando ha la palla tra i piedi il passaggio semplice non è più nelle sue corde. O deve fare l'assist da Champion's, o deve tirare anche se coperto, oppure dribblare contro almeno due avversari. Le conseguenze non sono sempre quelle sperate.
Il Lecce è costretto a leccarsi le ferite, noi crediamo che questa partita possa rappresentare la svolta, in senso positivo o negativo. Se la squadra avrà la forza, la mentalità e la voglia di recuperare ha un intero girone di ritorno per poterlo fare, diversamente se dobbiamo assistere a paure, incapacità di rimediare in campo ad un errore commesso, è bene che inizi a guardarsi le spalle. Perchè in serie B, lo sappiamo, ci vuole poco...
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