Le abitudini da stadio pre-Covid che (forse) non avremo più
Un po' tutti lo stanno pensando: esiste un prima ed un dopo Covid e questo indipendentemente da come andrà a finire tutta 'sta storia. Si, perché anche quando finalmente potremo tornare ad abbracciarci senza mascherina, finiremo con lo stigmatizzare alcuni comportamenti che prima erano del tutto normali.
Situazioni che in assoluto erano, sono e saranno poco igieniche, ma che a titolo di amicizia o anche solo per superficialità, sono state fatte anche con un certo orgoglio. C'è qualcuno di voi che non si è passato un borghetti allo stadio? Senza saperlo abbiamo trasmesso virus e batteri. Dopo la pandemia per Covid19, però, in quanti lo faranno ancora?
Vediamo quali sono i comportamenti da stadio che probabilmente non terremo più.
Bere la birra o il borghetti di un amico
Lo stadio è condivisione. Non si può pensare di andare a vedere una partita senza dividersi un caffè, una birra o un borghetti con un amico. E se prima quella bottiglia di birra (anche fuori dallo stadio, viste le norme recenti) o quel borghetti passavano di una, due o tre bocche, oggi non siamo sicuri che quel gesto sarà ripetuto con altrettanta facilità. E poi c'era qualcuno che puliva la parte dove appoggiare le labbra con la mano. Igiene al top.
Assaggiare un panino, condividere le patatine
Tra la fine del primo e del secondo tempo, siamo andati tutti a prendere qualcosa da mangiare. Un panino, un tramezzino o un sacchetto di patatine. "Ne vuoi uno?", lo abbiamo offerto a tutti quel panino prima di andare al bar ma mai nessuno che abbia risposto di "si". Al tuo ritorno però un morso lo hai dovuto concedere, ma anche fare infilare quelle luride e lerce mani nel sacchetto. E magari prima si è andati pure in bagno.
Tenere l'abbonamento/biglietto in bocca
Inutile dire da quante mani e ricevitori sono passati quei pezzi di plastica o di carta che rispondono al nome di abbonamento e biglietto. Avete presente ai controlli all'ingresso? Quando sei stato costretto a tenere tutto in mano perché hai svuotato tasche e zainetto? Ecco, a quel punto, spesso, hai messo in bocca l'abbonamento perché tanto te lo avrebbero controllato per l'ennesima volta.
Ci scatti una foto?
É vero, esistono i selfie. Ma per prendere bene tutta la curva in sfondo è necessario l'intervento di un passante. Soprattutto se i soggetti inquadrati sono più di uno. Quel cellulare è vettore di una marea di batteri e virus, prima ignorati, oggi passati allo scanner.
Esultare per un gol
É anche il momento meno riflessivo di tutti. L'unico istante in cui non puoi tecnicamente pensare a quello che stai facendo, anche perchè solitamente compi gesti che non penseresti mai di fare nella quotidianità. Ecco perché d'ora in poi dovrai misurare la tua esultanza che non potrà prevedere "batti cinque", abbracci e zanzare con gli sconosciuti.
Parlarsi addosso
"Scusi, chi ha fatto palo?". Succede spesso che il tuo vicino di posto, che con il tempo imparerai ad amare o ad odiare, non sia propriamente un'aquila e ti chieda continuamente chi ha fatto cosa. Solo che i cori e gli schiamazzi copriranno la tua e la sua voce, con il rischio di doversi alitare in faccia per parlare.
Toccare la qualunque
Vi ricordate la vecchia usanza di tirare uno schiaffo a mano aperta ai cancelli del Via del Mare quando si usciva dallo stadio? Ma anche toccare ringhiere, corrimano, seggiolini. Insomma, avete capito...
Stare accalcati
Prima era un motivo di merito, una situazione da branco. Stare tutti vicini appiccicati come se non ci fosse abbastanza spazio. E così finivi con il passare 90 minuti tra i giubbini, i berretti e le finte pelliccette sui cappelli tutte intorno. Respirando aliti di sigarette o di caffè quando proprio ti andava di lusso. Continuerete a farlo?