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Giampaolo: "Voglio un Lecce che giochi a calcio. Sono in cerca di riaffermare le mie idee“

Le prime parole del nuovo tecnico giallorosso nella conferenza stampa di presentazione

Pierpaolo Verri /
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Le prime parole del nuovo tecnico giallorosso nella conferenza stampa di presentazione

Pierpaolo Verri /

Marco Giampaolo si presenta ai microfoni della sala stampa come nuovo tecnico del Lecce. Leggi in diretta le sue prime dichiarazioni in giallorosso. Oggi alle ore 19:00 commenteremo le parole dei protagonisti in diretta sul nostro canale Twitch. Iscriviti al canale per non perdere l'appuntamento: seguirci è gratuito.

  • La proposta di Corvino

    Mi ha detto di dare una direzione di lavoro. Non ha fatto riferimenti all'allenatore precedente di cui sono amico e per cui mi dispiace. Corvino mi ha chiesto di lavorare, ha parlato del Lecce come di un laboratorio. 

  • Giocatori a piede invertito

    I giocatori che giocano bassi mi piace che giochino sul loro piede. Chi gioca alto mi piace a piede invertito. Se hai un giocatore a cui piace andare dritto per dritto devi ragionarlo in maniera differente. Mi piacciono i calciatori che sappiano entrare nel campo. 

  • La musicalità del regista

    Devo entrare dentro la squadra. Devo allenare i ragazzi per vedere se ritroverò in loro questa caratteristica. 

  • Differenze fra allenare una big e una squadra che deve salvarsi

    Nessuna differenza sul piano del lavoro. Le differenze sono nel circo che gira attorno. In un grande club devi vincere. Quando devi salvarti sai che sei sempre sul filo e devi essere resiliente. In entrambi i casi sei chiamato in causa a metterci del tuo dal punto di vista caratteriale. 

  • Le motivazioni

    Oggi sono in cerca di riaffermare le mie idee di calcio. Questa squadra, questo club e questo ambiente mi stanno dando l'opportunità, che ricambierò con la serietà nei comportamenti, nei confronti della società e della cittadinanza leccese.

  • La corsa salvezza

    Sarà decisa dai dettagli. Palo dentro o palo fuori, il dettaglio del lavoro, dei comportamenti. Tutti i dettagli.

  • I tifosi

    Il loro sostegno è determinante. La squadra va incitata sempre fino al 95°, se avrà deluso sarà giusto prendere i fischi, con in testa l'allenatore. I giocatori sono esseri umani, anche giovani. Credo che il sostegno incondizionato durante la partita sia fondamentale. Alle volte vinci le partite grazie a questo sostegno, chiaramente tu devi metterci del tuo. 

  • La proposta di gioco

    Se giochiamo a calcio abbiamo più possibilità di vincere le partite. Se abbiamo noi il possesso del pallone difendiamo meno. La mia idea è quella di giocare, per farlo ci vogliono conoscenze e qualità tecniche. Questa squadra non credo che sia a digiuno di qualità tecniche. La mia idea è quella di giocare, di fare la partita e non solo di subirla. Per me un passaggio in più non è sprecato se ha un obiettivo strategico. Più sei lungo e più corri. Più giochi isolatamente e più devi correre. 

  • Cosa ha chiesto Corvino

    Mi ha chiesto di lavorare, io ci sono. Mi hanno parlato di Lecce come una città bellissima, sono sicuro che la visiterò alla fine del mio percorso qui. Il mio focus sarà sul lavoro.

  • La scelta di Lecce

    Lecce per me è una grande opportunità. Ritengo che ci siano calciatori che abbiano le caratteristiche per esprimere al meglio il mio pensiero. Il mio sì è motivato da argomenti tecnici, da una valutazione t

  • I correttivi

    Dovrei esprimermi sulla base di conoscenze teoriche. Devo prima entrare dentro le situazioni del Lecce, poi sarò più preciso. Ora azzarderei risposte che sarebbero avventate. Devo capire la squadra, le caratteristiche e la personalità dei calciatori. Devo scoprire il mondo Lecce. Per ora ho visto partite, ci siamo confrontati, ma voglio vedere la squadra.

  • La costruzione dal basso

    Non tutte le squadre dispongono di due centrali difensivi con due piedi differenti. Non parlo del Lecce, parlo in linea generale. Bisogna addentrarsi nei discorsi tecnico-tattici. Non avere due centrali uno destro e uno mancino non credo sia determinante. 

  • Modulo

    La squadra credo sia stata costruita per giocare in un modo. Poi vediamo. Però detto alla vecchia maniera è stata costruita per giocare con due ali e una punta. Sono particolari, non penso sia importante il modulo. Sono importanti i principi e le qualità dei calciatori. 

  • Allenatore di campo

    Si tratta di un gergo calcistico che i direttori usano. 

  • Obiettivo salvezza

    L'obiettivo è storico per il club, ci sono tante squadre che lottano. Ci sarà da lottare fino all'ultimo. Ho delle idee, ma dovrò conoscere in maniera approfondita e dettagliata i calciatori e capire quale direzione prendere. Ci mancano sette nazionali, dovrò capire alcune cose. I ragazzi dovranno essere bravi inizialmente a metterci molto del loro. 

  • Il calcio è cambiato

    Fino a qualche anno fa c'era ancora chi pensava di presidiare gli spazi. Oggi si gioca uomo contro uomo. Oggi non ci sono sistemi di gioco. Si difende in un modo e si attacca in un altro. Bisogna star dietro al cambiamento. 

  • La Rosa

    Ci sono tantissime ali e due prime punte, considerando tale anche Rebic. Rebic deve essere una risorsa per la squadra, così come Krstovic e Burnete. Le qualità individuali possono aiutarci a fare meglio, ma il mio focus è la squadra. Oggi si gioca in 16, non ci sono solo 11 titolari. Dobbiamo fare un salto di qualità mentale.

  • Rebic

    L'ho allenato forse un mese al Milan. Arrivò l'ultimo giorno di mercato. All'epoca giocavo in un modo poco congeniale alle sue caratteristiche. Lo ricordo come un ragazzo determinato, anche tignoso, sporco e cattivo. Lo ritrovo molto volentieri. 

  • I calciatori

    Prima di essere giudicati vanno allenati. Ho grande voglia di allenare, ho entusiasmo come se iniziassi oggi. Bisogna conoscere i calciatori, devo entrare in un ambiente nuovo per me, devo capire il prima possibile. 

  • Il Lecce

    Non l'ho visto dal vivo, l'ho visto in tv durante il campionato. L'ho rivisto in maniera dettagliata in questi giorni.

  • Due anni fermo

    Due anni sono tanti. Dopo una prima pausa nella quale mi sono un po' allontanato ho ripreso a lavorare. Il lavoro è anche mentale, simulando di essere in campo. Diciamo che nell'ultimo anno ho lavorato in smart working.

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