Assoluzione per il Parroco di Surbo: scagionato da ogni accusa
La controversia ha avuto inizio con un controllo effettuato il 22 dicembre 2023, quando i carabinieri della stazione di Surbo, insieme al Nucleo dell’ispettorato del lavoro
Dopo un anno di indagini e sospetti, la giustizia ha prevalso per il parroco Mattia Murra della Chiesa Santa Maria del Popolo di Surbo. Accusato di presunti abusi edilizi, è stato finalmente scagionato da ogni accusa, con il gip Angelo Zizzari che ha decretato l’archiviazione del caso, riconoscendo l’insussistenza dei fatti a lui imputati.
La controversia ha avuto inizio con un controllo effettuato il 22 dicembre 2023, quando i carabinieri della stazione di Surbo, insieme al Nucleo dell’ispettorato del lavoro, hanno messo sotto esame alcuni lavori in corso su un terreno adiacente alla parrocchia. Il progetto prevedeva la costruzione di due piscine e una tettoia, ma è emerso che mancavano i permessi necessari per tali opere.
Il cuore del problema risiedeva in una somma di 95mila euro, approvata dal Dipartimento dello Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il progetto, di cui 45mila e 727 euro destinati specificamente alla tettoia. Tuttavia, è stato rilevato che l’azienda incaricata aveva iniziato i lavori prima dell’assegnazione formale dell’incarico, sollevando dubbi e sospetti.
Nonostante le iniziali apparenze, il parroco ha dimostrato la sua estraneità alle accuse. Il gip Zizzari, supportato dalle argomentazioni del pm Donatina Buffelli e dalla difesa dell’avvocato Antonio Savoia, ha riconosciuto che non vi era alcuna intenzione da parte di don Mattia di influenzare la gara d’appalto o di commettere abusi edilizi. In particolare, la tettoia era stata costruita in conformità con il progetto approvato dal Comune, e per le piscine e il vano tecnico, Murra ha attivato l’accertamento di conformità per regolarizzare la situazione.
Con il decreto di archiviazione firmato dal gip, si chiude un capitolo difficile per il parroco e per la comunità di Surbo, dimostrando ancora una volta che la giustizia, seppur a volte lenta, alla fine prevale.