Concussione di un Carabiniere salentino: denuncia per abusi e minacce
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Un luogotenente dei Carabinieri del basso Salento, comandante di una stazione della provincia, è stato denunciato per concussione. L’accusa è di aver abusato della sua posizione per ottenere uno sconto sui lavori di ristrutturazione della sua abitazione, effettuati da una ditta edile locale.
Secondo la denuncia dell’imprenditore, il carabiniere avrebbe pagato solo 11mila euro su un totale di 45mila e 628 euro, rifiutando di saldare il resto. Inoltre, avrebbe avviato una campagna persecutoria nei confronti del creditore, sottoponendolo a controlli e sanzioni ingiustificati e minacciandolo di impedirgli di lavorare se non avesse accettato le sue condizioni.
L’indagine, condotta dai Carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Lecce, ha accertato che i controlli erano iniziati già a luglio del 2019, quando l’imprenditore aveva completato il massetto. Da allora, il carabiniere lo avrebbe multato per aver guidato un motociclo senza casco e un mezzo sottoposto a fermo amministrativo, oltre a ripetergli la frase intimidatoria: «Fai quello che ti dico io altrimenti se non finisci non ti faccio più lavorare».
In cosa consiste il reato di concussione e cosa prevede la legge
Il reato di concussione è un delitto che può essere commesso solo da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio, che abusa della sua posizione o dei suoi poteri per costringere una persona a dare o promettere indebitamente denaro o altra utilità a lui o a un terzo. Si tratta di una forma di estorsione che lede il buon andamento e il prestigio della pubblica amministrazione. La legge prevede per questo reato una pena della reclusione da sei a dodici anni.
La concussione si distingue dalla corruzione, che è il reato commesso dal pubblico ufficiale o dall’incaricato di un pubblico servizio che riceve o accetta la promessa di denaro o altra utilità in cambio di un’azione o di una omissione contraria ai doveri del suo ufficio. La corruzione è punita con la reclusione da sei a dieci anni se il fatto riguarda l’esercizio della funzione, e da otto a dodici anni se il fatto riguarda l’emanazione di un atto contrario ai doveri del suo ufficio.
La concussione si differenzia dalla corruzione anche per il grado di costrizione esercitato sul destinatario della richiesta: nella concussione, infatti, il pubblico agente usa violenza o minaccia per limitare gravemente la libertà di determinazione della vittima, che non ha alcun vantaggio personale dalla dazione o dalla promessa; nella corruzione, invece, il pubblico agente usa persuasione, suggestione, inganno o pressione morale per indurre la vittima a prestare acquiescenza alla richiesta, in cambio di un tornaconto personale.