La partita di Oudin: mossa a sorpresa da riproporre anche in altre occasioni
La scelta che ha scombussolato la gara
Remi Oudin ha rappresentato la mossa a sorpresa di Marco Baroni nel match di ieri contro la Sampdoria. Il francese, infatti, è stato schierato nel 433 del tecnico toscano, uno schema di gioco che variava quando il Lecce aveva il possesso del pallone, diventando un più offensivo 4231 con Oudin a supporto dell’unica punta Assan Ceesay.
Il classe '96 è sembrato parecchio ispirato. Ha calciato in porta, ha servito i suoi compagni di squadra ed ha anche dato una mano in fase difensiva, sebbene le sue caratteristiche principali gli permettano di essere maggiormente pericoloso negli ultimi 25 metri. Tra l’altro, con lui sul terreno di gioco, tutti i calci piazzati, sia le punizioni che i calci d’angolo, diventano pericoli per le difese avversarie. La sua presenza in aiuto dell’attaccante gambiano è stata determinante soprattutto nella prima frazione di gioco, con Ceesay che aveva sempre un compagno vicino al quale appoggiarsi e con il quale dialogare.
La mossa, così abbiamo definito prima l’inserimento dell’ex Bordeaux, non si è rivelata vincente perché il Lecce, nonostante un’ottima prestazione, non è riuscito a portare a casa tre punti che sarebbero stati preziosissimi in chiave salvezza. Eppure con Oudin in quella posizione si è visto qualcosa di diverso, di migliore rispetto alle ultime uscite. Tecnicamente il francese è uno dei giocatori più dotati presenti nella rosa di Baroni e adesso, con la palla che sembra pesare un macigno specie negli ultimi 25 metri, serve gente capace di assumersi le proprie responsabilità con coraggio e personalità.
Siamo certi che l’esperimento sia riuscito e che Baroni riproporrà Oudin in quella porzione di campo, magari già a partire dalla sfida di San Siro. Una gara da giocare senza paura, con il coltello tra i denti e la voglia di tornare a vincere, al di là del nome dell’avversario.