🎧 Podcast Bar Sport | Il racconto di Lecce-Bologna
Pierpaolo Verri narra la partita in un podcast originale edito da Pianetalecce
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Dei tanti modi che ci sono per trascorrere il pranzo della domenica credo che sperare in un gol in mischia di Falcone per recuperare lo svantaggio subito per un calcio di punizione di Lykogiannis sia davvero uno dei più assurdi di sempre. Questo quantomeno per dare la misura della follia e dell’imponderabilità del calcio, le cui dinamiche più incredibili hanno finito spesso per intrecciarsi con le sorti del Lecce in questa prima parte di stagione.
Venendo all’andamento della partita bisogna suddividere l’analisi fra primo e secondo tempo. Nella prima frazione di gioco, infatti, il Lecce ha tenuto bene il campo, limitando il Bologna solo a un paio di sgroppate dell’ispiratissimo Ndoye, riuscendo a togliere alla squadra di Thiago Motta l’efficienza nel palleggio grazie a una buona pressione alta. Non sono mancate poi le palle gol, due abbastanza clamorose. Un tiro di Dorgu, direttamente dagli sviluppi di un calcio d’angolo, respinto centralmente da Skorupski, e una conclusione in scivolata a pochi passi dalla porta di Gonzalez, che dopo un bell’inserimento ha impattato il pallone che però è terminato di poco al largo.
Nella ripresa, invece, il Lecce ha abbassato il baricentro e il rammarico più grande è stato non riuscire a dare continuità a quanto di buono fatto vedere nella prima parte di gara. Il gol del Bologna alla fine è arrivato su una punizione diretta, ma a prescindere dal fatto che la rete sia arrivata in maniera episodica, bisogna riconoscere come l’inerzia del match in quel momento fosse abbondantemente a favore della squadra rossoblu. Dopodiché il Lecce ha perso le distanze, è apparso smarrito, mentre la squadra di Thiago Motta ha preso fiducia, tenendo il pallino del gioco e confezionando diverse occasioni per il raddoppio. Tutte fallite un po’ per imprecisione e un po’ per la bravura di Falcone, che quando ha potuto ha sbarrato la via della rete agli avversari. E lo stesso Falcone ha finito per decidere la partita, travestendosi da centravanti di razza e conquistandosi quel rigore in quella che di fatto è stata l’unica occasione pericolosa creata dal Lecce dopo lo svantaggio.
Il var dà e il var toglie, così Piccoli ha potuto finalmente liberare quell’urlo di gioia che gli era rimasto strozzato in gola dopo la partita con il Milan. È bello quando si conquistano i rigori e il boato del Via del Mare quando Doveri ha indicato il dischetto dopo il consulto con il var è abbastanza emblematico in tal senso. I rigori però poi vanno segnati e non riusciamo neanche ad immaginare quanto pesasse quel pallone fermo lì sul dischetto, calciato con forza e precisione da Piccoli, che a dispetto dell’età ha dimostrato il sangue freddo di un veterano. In attesa che tornino anche i gol di Krstovic, il Lecce può fare affidamento sul bomber scuola Atalanta che entra sempre in campo con una cattiveria agonistica inaudita e dà una grossa mano alla sua squadra.
Il pareggio è sicuramente un buon risultato perché permette di muovere la classifica, anche se il successo adesso manca davvero da tanto, troppo tempo. Esattamente dalla quinta giornata, in casa contro il Genoa. Le prossime due partite saranno contro Empoli e Frosinone, due avversarie dirette nella lotta salvezza. Tornare a centrare i tre punti contro avversarie che lottano per lo stesso obiettivo varrebbe doppio e darebbe una bella spallata alla parte destra della classifica.