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"Tutti si fermano e il calcio no? Non entro nel merito delle scelte che hanno adottato le altre discipline. Il calcio ha una sua specificità: per dimensione, per partecipazione e per impatto economico del lockdown. Siamo comunque in linea con quanto chiedono Fifa e Uefa". Lo ha detto all'Ansa il presidente della Figc Gabriele Gravina, rispondendo alla domanda su che cosa pensasse di quanto dichiarato dal presidente del Coni Giovanni Malagò, il quale aveva notato come il mondo dello sport, ad eccezione di quello del pallone, si stia orientando verso lo stop definitivo ai campionati già interrotti per l'emergenza Covid-19. "Le conseguenze di un'anticipata chiusura dell'attività sono sotto gli occhi di tutti - ha aggiunto Gravina - Provocherebbe un notevole danno sociale, prima ancora che economico, perché rischieremmo la paralisi a causa dei ricorsi di chi si dovesse sentire leso dei propri diritti. Vogliamo concludere quello che abbiamo iniziato nel rispetto della salute di tutti i protagonisti; per questo siamo al lavoro con il Governo e con la nostra commissione medica per stilare tutti i protocolli necessari affinché lo si faccia in piena sicurezza". L'interlocuzione con il Governo a che punto è? "Il ministro Spadafora conosce il nostro pensiero - ha spiegato Gravina - L'idea è quella di concludere le competizioni, in linea con le indicazioni degli organismi internazionali calcistici, ma c'è un bene primario da difendere che è quello della tutela della salute. Abbiamo chiesto di attuare in tempi rapidi l'avvio delle procedure sanitarie, non appena sarà definito il protocollo, per trovarci pronti per riprendere gli allenamenti in gruppo alla fine del lockdown". Le parole di Malagò "Pallavolo e basket hanno dichiarato chiuse le loro stagioni, è un dato di fatto che il calcio ha seguito una strada diversa - aveva sottolineato il presidente del Coni - Per la ripresa del campionato, in teoria i tempi ci sono, ma deve andare tutto bene. Perché la certezza di finire non te la da nessuno. Ci sono una serie di problematiche che vanno riviste e poi, soprattutto, ci si deve augurare che non si incappi in un nuovo problema: in tal caso, ti ritroveresti ad aver pregiudicato la stagione successiva e, di fatto, anche a dover fermare di nuovo la stagione che era appena ricominciata. Sono moltissime le variabili che incidono su tutto questo". Le prossime tappe Il nuovo Dpcm ha prolungato anche per eventi sportivi ed allenamenti la quarantena fino al 3 maggio. Per la prossima settimana la commissione medica della Federcalcio completerà il protocollo di sicurezza per il ritorno in campo. Si seguiranno, più che l'esempio del Bayern (allenamenti a gruppi di 5, spogliatoi per 2 giocatori per volta o addirittura doccia a casa), le linee guida della Fmsi: tamponi per tutti, controlli di immunità per i negativi e, ovviamente, non solo i calciatori: dai massaggiatori ai dirigenti al seguito, fino agli arbitri.
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