Rigori (netti) e ammucchiata finale. Il Lecce sta diventando una squadra!
Due vittorie consecutive e la prima vittoria in casa del 2021; sembrerà strano ma le buone notizie non sono soltanto queste.
La cosa più bella vista ieri, secondo noi, è stata l'abbraccio a Meccariello dopo che il centrale aveva siglato il gol del 3-1, che a pochi minuti dalla fine poteva significare vittoria, così come poi è stato. Quel mucchio selvaggio, tutti i giallorossi ad abbracciare il Mec steso a terra, può rappresentare la svolta di questo campionato, quello che il tecnico ha cercato di coniugare sin dai primi giorni del suo arrivo a Lecce: costruire un gruppo, farlo diventare squadra e inculcare i suoi codici di gioco.
Non è stato facile per Corini gestire mal di pancia, infortuni, Covid, organico risicato, tanti ragazzi arrivati da parti diverse, con culture e lingua diverse, non è stato uno scherzo fare in modo che si integrassero velocemente che si accettassero l'uno con l'altro, a volte con la testa altrove. Contro il Cosenza si è potuto apprezzare, prima ancora del “gioco”, lo spirito di squadra, fondamentale, senza il quale non c'è gioco né allenatore che tenga.
Per la prima volta dall'inizio del campionato Corini ha potuto schierare la stessa formazione in due partite consecutive e stavolta non l'ha fatto costretto dagli eventi, ma perchè ha potuto scegliere. Abbondanza in tutti i reparti, nonostante gli indisponibili, gli ha permesso di ragionare sull'undici da mandare in campo. Sembra una barzelletta, non lo è.
Il Cosenza era un banco di prova probante, la squadra di Occhiuzzi e Trinchera non è l'ultima arrivata, ha caratteristiche di gioco ben definite, una formazione arcigna che cura molto la fase di non possesso, non fa giocare gli avversari ed ha anche la qualità per fare male. E' passata sin da subito in vantaggio, con un colpo di testa, poi ha tenuto bene il campo nonostante l'immediato pareggio dei giallorossi ed ha costretto il Lecce a soffrire fino al secondo rigore. A proposito del rigore su Mancosu, la nostra chiave di lettura dell'episodio è la seguente: è vero che il difensore tocca impercettibilmente il pallone, ma è anche vero che quel tocco non toglie la sfera dalla disponibilità di Mancosu, il quale se non fosse stato travolto avrebbe potuto giocarla ancora. Il rigore per il Lecce c'era e sarebbe stato un delitto non fischiarlo.
Il Lecce ha conquistato la vittoria soffrendo, i calabresi hanno impedito di fatto la costruzione dal basso schermando Hjulmand, il quale si è ben comportato ma non aveva la possibilità di far ripartire l'azione, né le mezz'ali si sono sostituite a lui. La conseguenza è stata che la fase offensiva del Lecce ne ha sofferto molto, soprattutto le due punte alle quali sono arrivati pochi palloni giocabili perchè gli esterni bassi, Maggio e Gallo, difficilmente riuscivano a trovare il tempo per le sovrapposizioni. Una volta segnato il 2-1 il Cosenza, finalmente, si è allungato alla ricerca del pareggio, perdendo le distanze tra i reparti ed il Lecce ha avuto l'opportunità di giocare il pallone senza la pressione asfissiante imposta dagli uomini di Occhiuzzi. A parte il gol nei primi minuti c'è da fare i complimenti alla fase difensiva della squadra giallorossa, tiri pericolosi non ne sono arrivati e Gabriel ha vissuto una serata di relativa tranquillità. Due parole su Yalcin: il turco è giocatore bello e fatto, tocco di palla felpato e gran fisico, non è un giovanissimo che deve trovare sicurezza, lui al massimo, reduce dal Covid, deve trovare la condizione.
Quando questo accadrà ne vedremo delle belle. Il Lecce è atteso da un'altra settimana di lavoro che servirà ad alcuni per recuperare dagli acciacchi, ad altri per trovare la migliore forma, a Corini per inculcare le sue idee ed a tutti per continuare a fare gruppo. Quando questo diventerà una squadra, nella quale si sacrificheranno tutti per il compagno in difficoltà, lo incoraggeranno e lo aiuteranno a non sbagliare più, avremo ritrovato, finalmente, il Lecce.
Una squadra qualitativamente autorevole, tecnicamente forte e atleticamente in crescita che tornerà a far paura alle contendenti e potrà dire la sua fino alla fine.
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