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Eppure il Lecce stava giocando, teneva bene il campo, aveva gestito il Cagliari per quarantacinque minuti in una partita equilibrata ed era anche in vantaggio con il gol di Pierotti (migliore in campo ma troppo presto sostituito).

Gli stessi undici di Empoli erano tranquillamente in partita contro una squadra che in casa spesso si trasforma in positivo, ma il Lecce rischiando il giusto e proponendosi con sufficiente pericolosità non aveva grossi problemi. 

Poi cosa accade? Succede che nonostante Krstovic e Morente non fossero in una delle loro migliori serate, pur non rischiando nulla che suggerisse il cambio, Giampaolo toglie il migliore in campo. Era una sostituzione che aveva già fatto nei minuti finali di Empoli (fuori Pierotti, dentro Bonifazi e Jean spostato come terzino sinistro) ma lì ce n'era la necessità, perchè la squadra soffriva oltremodo gli attacchi dei toscani. Qui a Cagliari no, la partita era equilibrata e si giocavano i primi minuti della seconda frazione di gioco e quella sostituzione (Bonifazi-Pierotti) ha delle controindicazioni importanti, in un momento della partita in cui può ancora succedere di tutto, si stravolge troppo perchè due giocatori sono obbligati a cambiare ruolo ed uno ti entra in campo ma in una posizione delicatissima dove non si sostituisce praticamente mai: il centrale di difesa. Risultato? Jean terzino sinistro non vale Dorgu, lo stesso danese ala destra non vale Pierotti e Bonifazi in campo a freddo e non si può sapere se riesce ad entrare immediatamente in partita. Infatti nell'azione del pareggio sono tutti in ritardo perchè nessuno si aspetta che Deiola sia anche in grado di fare i colpi di tacco e lasciano senza marcatura Gaetano: Jean resta fermo a sinistra mentre Bonifazi si fa attirare al centro. La frittata è servita. 

Poi ci si mette anche la terna arbitrale che regala al Cagliari il calcio d'angolo da cui scaturisce il raddoppio (si sarebbe dovuta battere una punizione contro i padroni di casa, perchè nell'azione precedente un uomo rossoblu era in evidente fuorigioco non rilevato). Il Lecce, come per incanto, dal poter gestire una vittoria si ritrova con la necessità di dover inseguire. Potrebbe anche farcela se Rebic, appena entrato al posto di Krstovic, non decidesse di farsi espellere per condotta violenta; con la squadra in dieci uomini e sotto di un gol, i giallorossi per la foga di arrivare al pareggio dimenticano di tenere le giuste misure, si allungano e per il Cagliari è stato un gioco da ragazzi infilarsi come il burro nelle maglie della retroguardia guidata da Baschirotto.

C'è anche da dire che nessuno dei subentranti ha reso secondo le aspettative, così come invece era successo ad Empoli. Il risultato di quattro ad uno per i padroni di casa è onestamente una batosta troppo dura per il Lecce, però non bisogna mai dimenticare che questa squadra è composta da tanti giovani, ha tanti infortunati e anche nell'arco della stessa partita una prestazione ondivaga, altalenante, può capitare.

Dopo questa sconfitta si scateneranno i tifosi che chiederanno acquisti alla società, cercando di metterle pressione pur di vedere volti nuovi con la maglia giallorossa. La verità sta nel mezzo e siamo certi che con un esterno destro per sostituire Palmard, un centrale (Gaspar non si sa quando e come potrà rientrare), forse un centrocampista di qualità, Corvino colmi le lacune legate agli infortuni dei lungodegenti.

Poi c'è il capitolo Rebic: il ragazzo sembra davvero fuori da tutto (magari non lo è, ma questa è l'impressione che danno le sue apparizioni sul rettangolo verde) e la sensazione che su di lui non si possa fare mai affidamento è sempre più concreta. Il mercato è ancora aperto e noi non sappiamo se ci possano essere margini, ma per l'alternativa a Krstovic qualcosa di deve fare.

La prossima a casa è contro l'Inter una di quelle partite che rappresentano uno scoglio quasi impossibile da superare. Però siamo ormai nel girone di ritorno, partite facili non ce ne sono ed il Lecce, soprattutto in casa, deve cominciare a farsi rispettare anche dalle big del campionato senza guardare in faccia nessuno.

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