Lecce, serve una svolta: è il momento di tornare a vincere

Sono passati 3 mesi dall'ultima vittoria, troppi gol subiti e un attacco sulle spalle di Krstovic. Ma la salvezza è ancora possibile: servono risposte, subito.
I problemi del Lecce
Dopo tre mesi senza vittorie, il Lecce si ritrova in piena crisi di risultati e, soprattutto, di certezze. Nelle ultime 9 giornate sono arrivati solo 3 punti (frutto di altrettanti pareggi) e ben 6 sconfitte, un rendimento che ha lentamente ma inesorabilmente risucchiato i giallorossi nella lotta salvezza.

Uno dei dati più allarmanti riguarda la fase difensiva: 9 gol subiti nelle ultime 5 partite, peggior rendimento dell’intera Serie A nel periodo. Per fare un confronto: il Verona ne ha presi 3, Venezia 3, Cagliari e Parma 5, Empoli 6. Un’enormità, che testimonia quanto il Lecce stia faticando nel proteggere la propria area.
Anche in attacco, la situazione è tutt’altro che brillante. Dopo aver trovato due esterni determinanti nelle vittorie contro Parma ed Empoli — Pierotti e Morente, entrambi in gol in quelle occasioni —, il loro contributo si è progressivamente spento. La mancanza di incisività dalle fasce ha tolto profondità e fantasia a un reparto offensivo già dipendente dalle giocate di Krstovic, autore di 10 dei 23 gol stagionali: quasi la metà. Numeri troppo sbilanciati per sperare in una salvezza tranquilla.
A peggiorare il quadro, ci sono gli episodi “sfortunati”: il rigore regalato all’Udinese, il mancato rosso a Gudmundsson, il fallo di Dovbyk su Baschirotto e l'intervento su Krstovic lanciato verso la porta dalla Juventus. Ma non può essere sempre colpa della sfortuna: quando non si vince da 3 mesi, le responsabilità sono tecniche, tattiche, mentali
Le occasioni perse e la strada per rialzarsi
Tra le partite simbolo di questa involuzione c’è sicuramente quella con il Monza, squadra apparsa in totale confusione eppure capace di bloccare il Lecce sullo 0-0. Una gara da vincere, con più determinazione e qualità negli ultimi 30 metri: il vero tallone d’Achille della stagione.
Anche la sfida con il Venezia in casa è stata un’opportunità fallita. Il Via del Mare, che dovrebbe essere il fortino salvezza, non vede una vittoria dal 15 dicembre (2-1 al Monza). In un campionato dove la lotta per non retrocedere si decide spesso nei dettagli, sfruttare il fattore campo è vitale. E il Lecce finora ha deluso anche da questo punto di vista.

L’unica nota leggermente positiva arriva dal reparto arretrato, con i primi gol segnati da Baschirotto, ma non basta. Manca l’apporto dei centrocampisti, ancora a secco di gol in campionato: un dato che pesa come un macigno.
Lecce-Como, partita fondamentale
Ora più che mai, il Lecce deve aggrapparsi al proprio pubblico e trasformare il Via del Mare nel fortino che è sempre stato. E sabato arriva un crocevia fondamentale: la sfida contro il Como, squadra che – pur non avendo ancora raggiunto la salvezza matematica – ha di fatto ipotecato la permanenza in A con due vittorie consecutive. I lombardi arriveranno in Salento con entusiasmo, solidità e una guida tecnica giovane ma ambiziosa come Cesc Fabregas, capace di dare identità e coraggio a una rosa costruita con criterio.
Per i giallorossi, sarà fondamentale gestire i momenti della partita, evitare sbavature in fase di non possesso e tornare a costruire con efficacia negli ultimi 30 metri, dove finora è mancata continuità e precisione. La salvezza passa anche – e soprattutto – da qui.