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Ospite del talk di Pianetalecce #PLRadio, in diretta streaming tutti i pomeriggi sul canale Facebook dell'omonimo quotidiano, Lys Gomis ha parlato di sé e dei suoi trascorsi con la maglia giallorossa. L'ex portiere giallorosso, in questa stagione fermo e senza squadra per via di un infortunio che lo ha tenuto lontano dai campi per molto tempo, ha deciso di non firmare per un club per cercare di avere a disposizione tutto il tempo possibile per recuperare pienamente e poter terminare la sua carriera in tutta serenità evitando ricadute che possano compromettere il suo cammino. "Se ti chiama il Lecce non c'è neanche tempo da perdere", comincia a parlare così della trattativa che lo ha coinvolto nel suo arrivo nel Salento, "Vuol dire che sei un giocatore importante, in qualsiasi categoria si trovi il club". Lys ha spiegato come, riflettendo sul suo passato, forse si sia trovato nel momento sbagliato di passaggio in maglia giallorossa: "Riflettevo con mia moglie proprio l'altro giorno e le dicevo come sia stato un momento sfortunato della mia vita quando sono venuto a giocare a Lecce. Io credo che la piazza non abbia mai visto il vero Lys Gomis perché quando sono arrivato non ero lucido, avevo appena perso il papà. E giocare a Lecce così non è facile, anche se potrò raccontare a mio figlio di aver giocato al Via del Mare e di aver indossato la maglia del Lecce che ora ho appesa qui in casa. Sono quelle fortune che in pochi hanno. Giocare in piazze così, come per lo stesso Torino, è una cosa che non capita a tutti. Giocare al Via del Mare anche in Serie C, in uno stadio pieno di gente..., nessuno stadio se lo può permettere. Io c'ho giocato anche da avversario con la Paganese e molti miei compagni, era l'ultima giornata prima di andare in B, facevano i selfie prima di cominciare e questo ti fa capire il timore che incute agli avversari. Se va bene per gli avversari parti 1-0".  Per questo motivo, riprendere a giocare senza tifo potrebbe essere un handicap per i giallorossi che disputerebbero partite senza il dodicesimo uomo, anche se per Lys non è esattamente così: "A Lecce il tifo lo senti anche fuori dallo stadio. Se vai in un bar su dieci persone dieci parlano del Lecce, anzi undici compreso il barista. Lecce è un posto che ovunque vai si parla della squadra".  Riguardo la stagione che lo ha visto protagonista assieme a Bleve in porta ha risposto così: "Le gerarchie c'erano ed il titolare ero io. Poi per mia mancanza Marco è entrato in porta e lui è un ragazzo splendido ed un ottimo portiere. Quando non giocavo ho cercato di aiutarlo perché essendo più grande non potevo fare diversamente, non sarebbe stato corretto per la sua crescita".  A chi gli chiede qual è il gesto tecnico o la parata che ricorda volentieri con la maglia giallorossa lui risponde spiazzando tutti: "Non è una parata, ma è la mia uscita di scena da Lecce. Senza polemiche, senza mugugni e con rispetto per le scelte fatte. Io li penso di essere maturato come uomo perché determinate situazioni create dall'allenatore non mi sono piaciute. Se ricordate con l'Akragas, prima della pausa di Natale, io ero titolare e vincemmo. Alla ripresa io ero in panchina e due giorni prima che chiudesse il mercato si parlava di Perucchini in viaggio per Lecce. E Lys Gomis non è un ragazzino e nessuno gli ha comunicato questo. Io però non ho fatto polemica perché volevo lasciare un bel ricordo".   

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