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Appendere gli scarpini al chiodo è un atto di forza e di coraggio da parte di un calciatore. Vedere il proprio corpo che non reagisce più allo stesso modo può essere logorante, soprattutto per chi ha basato la propria vita e la propria professione su questo. Ad un certo punto della carriera, però, arriva il momento di dire basta. Spesso questo coincide con un grave infortunio, alcune volte con la mancanza di voglia di riprendere la routine fatta di allenamenti durante tutta la settimana e partita nel week end. Negli scorsi giorni si è ritirato dal calcio giocato Gianni Munari, un giocatore che nel Salento sarà sempre ricordato con il sorriso, grazie a delle annate felici vissute con lui in maglia giallorossa. Il centrocampista di Sassuolo è arrivato al Lecce dal Palermo, nel Gennaio della stagione 2006 – 2007 e, fin da subito, ha trovato spazio, giocando con continuità e interpretandolo al meglio il ruolo di mezzala. La stagione successiva il classe ’83 si è fatto definitivamente conoscere dal pubblico leccese, macinando chilometri e risultando decisivo anche in fase realizzativa, contribuendo con tre goal, due assist e tante buone giocate. La conseguente vittoria del campionato e la Serie A finalmente conquistata non hanno portato fin da subito fortuna al Lecce ed al tuttofare emiliano, poiché la prima stagione in massima serie non è stata eccezionale, nonostante le quattro reti all’attivo. Quel Lecce, infatti, prima con Beretta e poi con De Canio non è riuscito ad evitare la retrocessione in Serie B, ritornando mestamente in cadetteria. Il legame tra Gianni e questa terra però è stato indissolubile e le vittorie conquistate sul campo sono state molte di più rispetto alle sconfitte patite. Il primo posto in campionato nella stagione 2008/2009 e la salvezza conquistata a Bari, nel derby che poi si è rivelato fatale per le sorti dei salentini, restano ricordi incancellabili per un giocatore che in carriera ha vinto diversi tornei. Ora per Munari inizia una nuova avventura. Il Parma, infatti, gli ha proposto di entrare a far parte dell’Area Scouting come osservatore, sfruttando le sue competenze da ex calciatore. Un ruolo diverso ma altrettanto stimolante lo attende. Chissà che un giorno non possa nuovamente lavorare con il Lecce, quei colori non possono di certo lasciarlo indifferente.
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