Lecce, intitolazione a Ramelli indigna la sinistra ma l'hanno votato tutti

Il voto, si legge sul sito del Comune, che ha visto un solo astenuto, è giunto all’esito di una discussione innescata da una mozione presentata da un consigliere di Fratelli d’Italia per l’intitolazione di una piazza “a Sergio Ramelli”
Scoppia la polemica all'interno del Comune di Lecce per l'intitolazione di una piazzetta a Sergio Ramelli. Nella giornata di ieri, infatti, la Sindaca Adriana Poli Bortone ha voluto ricordare un giovane militante di destra tramite la dedica della piazzetta che si trova all'angolo tra via Monteroni e via Fermi.
La commemorazione è avvenuta in occasione del cinquantesimo anniversario della morte del giovane militante ed ha scatenato una serie di polemiche, sia sui social, che tra le fila dell'opposizione.

Chi era Sergio Ramelli
Sergio Ramelli era un giovane diciottenne di Milano quando, il 13 marzo 1975, fu vittima di una brutale aggressione. Una decina di operai di Avanguardia Operaia lo attesero sotto casa e, una volta che il diciottenne uscì, lo aggredirono con calci, pugni e addirittura con una chiave inglese.
Dopo 47 giorni di agonia, il giovane Ramelli morì, semplicemente perchè la pensava in maniera diversa rispetto a qualcun'altro. Il diciottenne, infatti, era uno studente dell'ITIS Molinari di Milano (al quale, stando alle parole del Corriere della Sera, il ministro Valditara ha voluto apportare una targa, bocciata però dal consiglio d'istituto) che faceva parte del Fronte della Gioventù.
Proteste anche nel comune di Lecce
Anche il Comune di Lecce ha voluto commemorare questo avvenimento, in questo caso tramite l'intitolazione di una piazzetta. La mozione, promossa da Fratelli d'Italia nel 2021, è stata deliberata quasi all'unanimità (solo un astenuto), ma l'Università del Salento, ed in particolare l'area politologa, era contraria a questa proposta, a tal punto che è dovuto intervenire il presidente del consiglio comunale Carlo Mignone, tramite un comunicato stampa.
Il comunicato stampa
La mozione, votata dal Consiglio comunale dopo una lunga, civile e fruttuosa discussione, ha assunto il valore di una presa di posizione contro l’odio politico, del quale l’uccisione del giovane Sergio Ramelli rappresenta un caso emblematico. Tanto quanto quella dei numerosi militanti, servitori dello Stato, giornalisti, sindacalisti e innocenti cittadini che persero la vita per mano criminale nel corso degli anni di piombo. Una discussione libera, che ha coinvolto forze politiche di orientamento eterogeneo, alla quale attribuisco assoluto valore e per la quale chiedo rispetto.
Chiunque voglia attribuire alla deliberazione un significato di presunta “pacificazione” o “riconciliazione” politica, incorre in errore. C’è un giudizio netto: no all’odio politico, che, spogliando le persone della propria umanità e caricandone la semplice esistenza di valori simbolici sovrastrutturali, ha prodotto centinaia di vittime innocenti nel nostro Paese.
Sarà la Commissione toponomastica a decidere, dopo accurata istruttoria, il luogo e le motivazioni dell’intitolazione su cui il Consiglio si è espresso. Da convinto sostenitore dei valori democratici e antifascisti su cui si fonda la nostra Costituzione, mi preme rassicurare i cittadini sul fatto che il Consiglio comunale è e sarà vigile e pronto nel contrasto ad ogni manifestazione di estremismo politico violento e adunate neofasciste in città. Le istituzioni sono presidio di democrazia.