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Peppino Palaia, responsabile sanitario del Lecce parla a Il Quotidiano di Puglia dell’emergenza Cpvid-19 in ambito sportivo. Questo il suo pensiero: "Come andrà a finire? Dipenderà dalle direttive presenti nelle linee guida predisposte per un’eventuale ripresa degli allenamenti. Inoltre bisognerà vedere quando effettivamente sarà dato il via libera per la ripresa degli allenamenti, una scelta che spetta al Ministro della Sanità, sentiti i pareri autorevoli del Comitato tecnico scientifico. Compiuti questi passi, noi avremo un protocollo di valutazione clinica per gli atleti no-Covid, coloro che non hanno avuto alcune infezione da Covid-19, e per quelli invece che sono stati soggetti ad infezione Covid, che di conseguenza dovranno avere una valutazione diversa. Il Covid è un’infezione multiorgano, è bene partire da questo concetto. Il polmone sicuramente è il bersaglio principale del virus ma c’è anche un interessamento dei reni, del fegato, del cuore. Il Covid interviene pure sulla formazione di emoglobina, quindi sulla crasi ematica e sulla coagulazione del sangue. Di conseguenza, le valutazioni dovranno riguardare questi aspetti e saranno più complesse rispetto quelle riferite ai soggetti che non hanno avuto alcuna infezione da Covid”. Palaia prosegue: "A me sembra irreale che si possa, in tempi brevi, riprendere la routine normale. É troppo alto il rischio di infezioni per la promiscuità degli ambienti, per la presenza di persone che sono chiamate a seguire tutte le prescrizioni di distanziamento sociale. Il personale dell’albergo che ospita il ritiro della squadra “x” necessiterebbe di essere seguito da un medico del lavoro con il compito di dare le direttive per preservare i dipendenti da una eventuale infezione e quindi propagazione del covid 19. Mi sembra tutto fantasioso, irrealizzabile. In questo momento il calcio non può riprendere. E poi, non vedo che differenza ci possa essere tra un calciatore, un giocatore di volley e uno di pallacanestro. Se il basket e il volley hanno deciso di interrompere i campionati ci sarà un valido motivo di natura sanitaria o no? Non capisco quindi perché il calcio debba essere diverso rispetto a queste altre discipline, tra le più popolari in Italia e che hanno lo stesso entourage che può avere il calcio. Parlo di fisioterapisti, massaggiatori, magazzinieri e addetti ai lavori in genere”.
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