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La Polizia di Stato di Lecce ha arrestato un pregiudicato, già condannato per associazione mafiosa, per estorsione aggravata dal metodo mafioso. L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Gip del Tribunale di Lecce, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, riconoscendo gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato L.U., nato nel 1964. L’uomo è accusato di estorsione e danneggiamento seguito da incendio, tutti aggravati dall’uso del metodo mafioso.

Secondo l'accusa, L.U. avrebbe minacciato un imprenditore locale operante nel settore del noleggio con conducente, le cui auto erano state incendiate. In una delle minacce, l’indagato avrebbe intimato all’imprenditore di pagargli 10.000 euro per poter continuare a lavorare a Lecce. Nonostante la vittima fosse consapevole dell’appartenenza mafiosa del soggetto, ha resistito alle richieste illegittime. Tuttavia, dopo la scadenza dell’ultimatum, si è verificato un altro incendio.

Le minacce si sono intensificate, coinvolgendo anche i familiari dell’imprenditore, il quale, esasperato, si è rivolto alla Squadra Mobile. Le forze dell'ordine hanno avviato immediatamente un’indagine approfondita, documentando gli “avvicinamenti” e le intimidazioni subite dalla vittima. L.U. agiva secondo le modalità tipiche delle organizzazioni mafiose, sfruttando la sua appartenenza per creare un clima di paura e soggezione. Le indagini, supportate da riprese video e servizi di osservazione, hanno permesso di raccogliere prove sufficienti per l'arresto.

L.U. è stato rintracciato nella sua abitazione e portato in Questura, dove, dopo le formalità di rito, è stato trasferito al carcere locale, a disposizione dell'Autorità Giudiziaria. L’indagine è ancora nella fase preliminare e dovrà essere valutata nel corso del processo.

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