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Il nome più particolare è Edicola luxuriosa, ed è anche il canale con più iscritti. Le altre denominazioni sono più scontate, e vanno da Riviste italiane a Libri universitari Pdf. Ma ognuno di questi canali ha lo stesso scopo: scaricare in maniera pirata migliaia di riviste, giornali e libri da diffondere illecitamente attraverso Telegram a fini di lucro (costituito dalla cessione dei dati personali per motivi pubblicitari). Almeno questa è l’ipotesi della Procura di Bari che, di conseguenza, ha disposto il sequestro preventivo di urgenza — è la prima volta che accade — eseguito dal Nucleo di polizia economica finanziaria della Guardia di Finanza, per 19 canali (ma due erano già chiusi, quindi in realtà per i 17 ancora aperti). Nell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Roberto Rossi, i reati ipotizzati sono riciclaggio (il più grave), ricettazione, accesso abusivo a un sistema informatico o telematico, furto e violazione della legge sul diritto d’autore.

Danni stimati in 250 milioni

Secondo il Corriere.it i danni per l’illecita diffusione di migliaia di giornali, riviste e libri attraverso Telegram sono stati stimati dalla Procura di Bari in 670 mila euro al giorno, circa 250 milioni all’anno, «giacché gli utenti iscritti ai canali in argomento sarebbero circa 580 mila, in aumento nel periodo del Covid-19, con un incremento dell’88% delle testate diffuse illecitamente». E il danno non è solo economico: «Non vi è dubbio — spiega la Procura — che un fenomeno delle dimensioni di centinaia di milioni di euro di danno presenta una gravità particolare perché incide sulla tutela costituzionale della libertà di pensiero, base di ogni democrazia». Con il sequestro è stato nominato ausiliare di polizia giudiziaria il dirigente dell’Agcom che materialmente oscurerà i contenuti informatici illegittimi.

L’effetto della denuncia della Fieg

Sulla responsabilità penale dei titolari dei canali e di chi avrebbe inserito i contenuti digitali piratati, la Procura di Bari precisa che «non sono identificabili», mentre sulla società «non vi sono elementi per poter affermare che i rappresentanti legali di Telegram siano consapevoli dei contenuti illeciti dei canali indicati». Ma, si legge ancora nelle carte, «dal momento che vi sia stata conoscenza del provvedimento, i rappresentanti legali di Telegram saranno consapevoli della eventuale prosecuzione dei reati, con le possibili ovvie conseguenze». Per questo Fieg (Federazione italiana editori giornali) — dalla cui denuncia presentata il 10 aprile all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) è partita l’inchiesta — e Fnsi (Federazione nazionale stampa italiana) hanno espresso il «più convinto apprezzamento» per «una misura finalmente concreta ed efficace di contrasto alla pirateria digitale: se la piattaforma non collaborerà fattivamente, si andrà al blocco dell’accesso da parte dei provider italiani a Telegram».

I canali per la diffusione illecita

I canali messi sotto sequestro sono 17 (due erano già chiusi): Edicola luxuriosa (196.027 utenti), Riviste italiane (27.171), Riviste Oggi (7.725), Solo riviste mensili (2.859), Libri universitari Pdf (22.315), Libri pdf gratis (48.104); Edicola free (4.052 utenti); Giornali e riviste (9.539 utenti), Libri universitari (9.309 utenti), EkbookDoe (51.893 utenti), Quotidiani-libri-riviste Italia (1.199), GiornaliRiviste- gratis italiane (24.923 utenti), Il Giornalaio Moderno (21.694), Libri Italia (7.921), Edicola Settimanali (1.049), Giornali italiani (4.006), Quotidiani I @ OTInews (3.188), Quotidiani e mensili (1.636), Libri in italiano gratis (1.049). I sequestri sono stati eseguiti dalla Guardia di Finanza che contatterà i responsabili di Telegram perché «inibiscano immediatamente l’accesso ai canali incriminato ovvero rimuovano i files», «con l’effetto di arrestare l’attività criminosa in atto o scongiurare la commissione di ulteriori condotte illecite».

Il ruolo di Telegram

La procura di Bari, come detto, ha precisato che i rappresentanti legali di Telegram (che ha sede a Dubai) potrebbero essere stati finora inconsapevoli dei contenuti illeciti dei canali che divulgavano illecitamente giornali e libri, in violazione del diritto d’autore. E che il sequestro è a carico di ignoti perché non sono stati identificati gli amministratori dei singoli canali. Ma a Telegram è stato ordinato di rimuovere i files che sono stati illecitamente diffusi: a partire dal momento in cui è stato notificato il provvedimento, la società viene ritenuta consapevole dei reati che sono stati commessi tramite la propria piattaforma e dunque potrebbe, in futuro, essere chiamata a rispondere dell’eventuale prosecuzione.

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