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Chi non ha pensato nei primi 25 minuti che, se avessimo segnato un gol poi ne avremmo fatti almeno quattro, alzi la mano. Un Lecce molto forte, che ha macinato gioco ma è mancato nell'ultimo passaggio, anche per la dedizione in fase difensiva degli avversari che hanno chiuso tutte le linee, arroccati in dieci dietro alla linea della palla, per poi ripartire. Ci viene in mente che contro questo Lecce sia l'unica tattica possibile da parte di molte formazioni del campionato. In pochi si potranno permettere di lasciare spazi alla formazione salentina, la punizione sarebbe severa. La Cremonese è venuta a Lecce per non prenderle, non è una squadretta quella allenata da Bisoli, vanta ottima qualità dalla cintola in su e buona prestanza fisica in fase difensiva. Ha giocato di rimessa, cercando di approfittare degli spazi che il Lecce, gioco/forza, avrebbe concesso. È stata brava e fortunata con un gol segnato su deviazione e una disattenzione difensiva, mentre era praticamente sotto assedio. Bisoli ha impostato la partita "difesa e contropiede" perché sapeva di dover affrontare una squadra molto più forte e gli è andata bene. Il pareggio, alla luce di quello che poi si è visto in campo, è un risultato giusto; anche se il Lecce, al netto della fase di "recupero", sia fisico che mentale, avuta dopo aver raggiunto il pareggio, meritava di più. I giallorossi sono partiti fortissimo, con Tachtsidis sontuoso in cabina di regia e Falco che faceva ammattire a turno tutti quelli che gli si paravano davanti. Pressione continua da parte degli uomini di Corini che però non riuscivano a portare tiri verso la porta avversaria. Poi tutto è cambiato, grazie ad un uno/due da parte dei lombardi che avrebbe stecchito un bisonte. Corini, che deve ancora trovare la quadratura del cerchio, nell'intervallo si è giocato le due punte e Falco a supporto (siamo consci che questa non potrà mai essere la soluzione iniziale perché troppo azzardata) e la squadra prima ha accorciato le distanze con Dermaku e poi grazie a Coda raggiunto il pareggio. A proposito, la capacità che ha l'ex Benevento di girarsi in spazi strettissimi e di calciare autentiche cannonate da fermo è impressionante. Poi succede che il Lecce, inconsciamente, abbia tirato un po' il fiato, da una parte appagato mentalmente per aver raggiunto il pareggio e dall'altra per la necessità di recuperare un po' di forze fisiche. La Cremonese ne ha approfittato subito, insidiando Gabriel e rischiando seriamente, più di quanto non meritasse nel primo tempo, di ritornare in vantaggio. Questo non è accaduto anzi è stato proprio il Lecce, sul filo di lana, ad andare vicinissimo al gol con Paganini, di testa, con tiro indirizzato all'incrocio dei pali e respinto, non si sa come, da Volpe. Ci siamo ricordati chi sia Paganini, quello che non si vede mai, che collabora alla manovra senza prendere l'iniziativa ma che quando meno te lo aspetti sbuca dal nulla e fa gol. Stavolta l'urlo è rimasto in gola sia a lui che a noi, ma queste sono le sue caratteristiche. Ne sappiamo qualcosa. La partita è finita in pareggio ma la sensazione che abbiamo avuto è che il Lecce sia una squadra davvero forte, ben allenata e che ha bisogno di giocare, di soffrire, gioire e conoscersi in tutti i suoi interpreti. Corini ha cambiato sistema di gioco, passando dal 4-3-3 al 4-3-1-2.  Ieri abbiamo visto, per la prima volta, i dieci/undicesimi della formazione titolare tutti insieme, mancava solo un certo Marco Mancosu. Il campionato è appena iniziato e come la settimana scorsa, dopo la partita persa malamente a Brescia, abbiamo chiosato dicendo che non possiamo permetterci esperimenti perchè le altre non ci aspettano, anzi ne avrebbero approfittato, oggi diciamo che invece fanno bene a non aspettare ed a correre. Un po' di pazienza ancora e vedrete che, a pieno regime, questo Lecce travolgerà tutti.
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