Paris Masters, trionfa Zverev: battuto Humbert in due set
Alexander Zverev ha vinto il titolo del Paris Masters battendo in finale in due set il padrone di casa Ugo Humbert
Alexander Zverev è il nuovo re del tennis di Francia. Lo è diventato battendo in finale al Paris Masters il francese Ugo Humbert col punteggio di 6-2 6-2.
Nel primo set l’equilibrio si rompe praticamente subito: tre errori consecutivi di dritto di Humbert permettono a Zverev di conquistare il break e di salire 2-1. Il tedesco poi ottiene il secondo break con un altro grave errore di dritto del francese, che ha invece nel colpo bimane il suo punto di forza. Il rovescio del suo avversario è però decisamente più solido e in generale Sasha dimostra una maggiore sicurezza: dopo un sussulto di Humbert, che tiene il servizio e si porta sul 2-5, Zverev vince il game decisivo (con ace di seconda annesso) e porta a casa il primo parziale col punteggio di 6-2.
La pausa di 8 minuti esatti tra primo e secondo set non giova a Humbert: il francese inizia il primo game al servizio con un doppio fallo per poi subire subito il break con l’ennesimo dritto finito in mezzo alla rete. I demeriti di Humbert sono equivalenti ai meriti di Zverev, che dal canto suo non sembra subire la pressione del pubblico francese (sempre chiacchierone tra la prima e la seconda palla di servizio del tedesco) e domina il campo (il più veloce degli ultimi anni, anche a detta di Carlos Alcaraz) in tutte le sue direttrici.
Zverev continua imperterrito a impostare il suo pesante gioco da fondo, aiutato da un servizio micidiale, e chiude il secondo parziale con lo stesso punteggio del primo.
Per Zverev si tratta del secondo titolo dell’anno dopo la vittoria degli Internazionali d’Italia a maggio. Non poteva esserci un miglior biglietto da visita per il neo numero due del mondo in vista delle ATP Finals di Torino, torneo finale del circuito che Zverev ha già vinto due volte, nel 2018 e nel 2021; dopo Parigi Zverev è sicuramente uno dei più plausibili candidati alla vittoria. Come si dice: non c’è due senza tre.