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Il tifo organizzato dell'Inter è stato scosso dall'omicidio, a Cernusco sul Naviglio, di uno dei suoi capi ultrà. 

Questa mattina infatti, Andrea Beretta avrebbe ucciso, con una coltellata alla gola, Antonio Bellocco, uno degli altri esponenti del gruppo organizzato interista. Pare inoltre, che quest'ultimo avesse sparato un colpo di pistola alla gamba di Beretta.

I due, come si può evincere dalle foto apparse sui social, si conoscevano molto bene, tanto che proprio nella giornata di ieri, un altro dei capi ultrà nerazzurro, aveva pubblicato le foto di una partita di calcetto in cui i due erano presenti e sorridenti.

La versione di Beretta

Al momento dell'omicidio, i due si trovavano nei pressi della palestra “Testudo” per discutere di questioni non meglio precisate, forse proprio sulla gestione della curva nerazzurra. 

Dopo aver sparato un colpo di pistola, forse come avvertimento, Beretta ha reagito con la coltellata rivelatasi fatale.

Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, il legale di quest'ultimo, Mirko Perlino, fa sapere che il suo assistito avrebbe ammesso di aver sferrato il colpo, per poi aggiungere “Mi sono limitato a difendermi, non avevo alternative”.

Chi è Antonio Bellocco

Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, Antonio Bellocco, detto Totò, era uno degli esponenti della 'ndrangheta in Lombardia. 

Bellocco è il nipote del fondatore della cosca di Rosarno e figlio di Giulio Bellocco, morto nel 2024 e condannato al 41 bis.

Il 36enne si era da poco avvicinato alla curva interista e si portava dietro condanne per vari reati legati al crimine organizzato. La vicenda lascerà tracce sulla gerarchia della curva nord nerazzurra e non solo.

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