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La partita ieri sera dal Lecce contro il Milan si è trasformata in un incubo per i salentini. I giallorossi infatti non sono riusciti a mantenere il meritato doppio vantaggio trasformando una possibile serata da sogno in un incubo, facendosi recuperare negli ultimi venti minuti di partita.

Sui social i tifosi si sono scatenati come al solito, e l'ambiente si è fatto nuovamente teso. A parlarne è stato Giampaolo Catalano Morelli dei The Lesionati su Facebook, che ha ricordato a tutti dove eravamo lo scorso anno e com'è finito poi il campionato:

Classifica 28 ^ giornata dello scorso anno, stagione in cui ci salvammo con due giornate e mezzo di anticipo, per non dire tre. Stessi punti, 25,  più o meno stessa situazione di una piccola che combatte per la serie A. 

krstovic esultanza dopo gol al milan

Il “problema” dell'asticella

Secondo Morelli, il problema principale è l'aver nominato, ad inizio anno, l'ormai famosa asticella, fraintendendo il discorso del presidente Sticchi Damiani e dunque pensando erroneamente di poter fare un campionato tranquillo, e forse sperare anche in qualcosa di più:

Nu l’issera mai nominata. Io da che tifo lecce, tranne l’anno di Mazzone, il secondo di Carletto in cui arrivammo quasi a metà classifica (campionato a 18 squadre eh) e un altro con Zeman (sempre a 18) ricordo di aver sempre sofferto fino all’ultimo secondo anche quando pareva non dovessimo farcela o quando invece non pareva dovessimo soffrire per complicarci poi la vita, è nel nostro dna 🧬 . 

L'invito ai tifosi

Il frontman dei The Lesionati invita i tifosi a godersi ogni partita di questa Serie A, ricordando tra l'altro che, nonostante tutto, non siamo messi così male come altre compagini:

Lotteremo fino alla fine con altre tre quattro squadre di bassa classifica come noi e sarò felice di godere fosse anche all’ultimo secondo dell’ ultima giornata. Ma godiamocela questa serie A godiamocela, siamo lì, siamo in piena corsa e in linea con le aspettative salvezza, non siamo né il Monza di quest’anno né la Salernitana dello scorso anno. 

Poi conclude:

Capisco che siamo una piazza passionale e soprattutto non siamo un popolo che si accontenta, ma questo ci fa perdere di vista la cosa più bella, GODERCI la serie A, da protagonisti, non da squadra materasso.

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