Il Lecce si è ritrovato: ora un durissimo infrasettimanale
EDITORIALE DELLA DOMENICA
La trasferta di Udine sorride al Lecce che ha ritrovato sé stesso dopo diverse uscite a vuoto.
Esclusi i primi 45 minuti contro la Fiorentina, dalla gara di Salerno non si vedeva una formazione compatta dietro e pericolosa in attacco. La squadra di Baroni è nata per aggredire gli avversari giocando sempre con intensità massima, a costo di calare negli ultimi minuti.
Lo scorso venerdì, Strefezza e Gallo hanno fatto tremare per ben due volte i legni della Dacia Arena, casa di una squadra reduce dal miglior inizio di campionato dai tempi di Guidolin.
Il primo tempo è stato eccezionale e la ripresa è stata approcciata bene: a cambiare gli equilibri della gara, poi terminata in parità, l'infortunio di Umtiti ed un inevitabile calo fisico.
Il francese in quelle condizioni è insostituibile e della sua prestazione ne ha giovato l'intera linea difensiva, gestita alla perfezione.
L'abbassamento del baricentro avvenuto nell'ultimo frangente di partita questa volta è assolutamente comprensibile; il Lecce ha giocato contro una delle squadre più dominanti atleticamente dell'intero campionato e nel primo tempo ha avuto la meglio, dunque dei momenti di apnea durante l'ultimo quarto d'ora sono ragionevoli. Simbolica la sostituzione di Gonzalez, protagonista di una vera e propria maratona interrotta all'ottantesimo, quando era talmente stremato da non riuscire ad abbandonare il rettangolo di gioco.
Segnali importanti arrivano oltre che dalla squadra anche dai singoli.
Colombo e Gallo, protagonisti del gol del momentaneo 0-1, si sono sbloccati emotivamente.
Il numero 9 ha ritrovato la rete e la sua esultanza dimostra quanto ci tenesse, mentre il terzino ha preso fiducia dopo l'assist (non effettivo ma comunque decisivo), trovando la migliore prestazione stagionale.
Il Lecce ha preso di forza un punto tutt'altro che scontato e ha iniziato nel migliore dei modi lo sprint pre-pausa mondiali. Ora due partite in quattro giorni: Atalanta in casa e Sampdoria fuori.
La partita di mercoledì al Via del Mare è davvero difficile, quasi proibitiva.
I nerazzurri sono in piena zona Champions, meritatamente tra le squadre più forti del campionato: numeri alla mano, protagonisti di un inizio di stagione migliore della Juventus, per intenderci.
L'allenatore è lo stesso che nell'ultimo precedente al Via del Mare è tornato a casa con 7 gol fatti ed intanto è stato capace di aprire un nuovo ciclo.
L'Atalanta ha perso di misura contro un Napoli che ad oggi non ha nulla da invidiare ai top club europei e arriverà nel Salento arrabbiata, intenzionata a riprendere la propria corsa.
È stata una gara dispendiosa anche per gli uomini che Gasperini, che vantano però un parco giocatori importantissimo se si pensa che il reparto offensivo è composto da questi elementi: Zapata, Muriel (out), Pasalic, Malinovskyi, Lookman, Boga e Hojlund. Insomma, anche un eventuale turnover non sarebbe un problema per l'Atalanta.
Il Lecce è avvisato e, sebbene nell'economia della stagione la vera partita da vincere andrà in scena nel weekend, non può assolutamente approcciare la partita con la testa già a Genova.
I bergamaschi sanno essere spietati: anche se può sembrare un paradosso, l'unico modo per tenere la barra dritta è giocare a viso aperto, come d'altronde i giallorossi hanno fatto con Inter e Napoli.
Il Lecce è tornato e ora deve raccogliere il massimo prima di un lungo stop.