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Gianluca Lapadula, attaccante del Lecce si è raccontato in una lunga intervista sul canale Instagram del giornalista Nicolò Schira. Ecco le dichiarazioni più interessanti rilasciate dall'attaccante ex Pescara. CORONAVIRUS - "Sono giorni difficili, siamo rinchiusi in casa a Lecce. Sono con mia moglie Alessia e le tre bambine. Mi sono costruito una sala giochi con il Ping pong. Di mattina mi alleno, mentre il pomeriggio aiuto le bimbe con i compiti e gioco con loro. Corrono, colorano e smontano la casa: è più complicato star dietro loro che a certi difensori. La sera invece ci svaghiamo un po' davanti alla TV. Ultimamente abbiamo visto Harry Potter e stiamo per iniziare Freud su Netflix". GAVETTA - "Ho iniziato subito a giocare a 5 anni, ma facevo il portiere come mio papà. Ero un gatto tra i pali, ma ho fatto bene a spostarmi davanti. A 12-13 anni invece ero un mediano spacca-caviglie. Fino a 20 anni facevo l'esterno offensivo, finché a San Marino c'è stata la svolta. Anche nei momenti bui e in cui giocavo poco non mi sono mai scoraggiato e arreso. Ho sempre preso tutto in maniera solare e con gioia, il calcio è la mia passione e perciò non ho mai pensato di non farcela e di poter fallire l'obiettivo di arrivare in Serie A". PRIMO GOL - "Nei professionisti è stato in Ravenna-Salernitana. Era il 2011 e feci uno scatto di 60 metri per correre ad abbracciare mia sorella in tribuna. Ancora oggi a ripensarci mi vengono i brividi...". AVVERSARIO PIÙ DURO - "Direi Chiellini per forza fisica e concentrazione, fortissimo sull'uomo. Il più tosto tra quelli affrontati è Chiello". MATRIMONIO - "Feci la proposta ad Alessio allo stadio l'ultima giornata di campionato, era Teramo-Ascoli. Ero tranquillo e carico, un po' meno quando presi il microfono davanti a tutti. Pensa se diceva no davanti a tutta quella gente...". MILAN - "Dopo i 30 gol di Pescara mi cercano Napoli, Lazio e Genoa, ma un giorno spunta il Milan che chiude l'operazione in 24 ore. Non c'è stato bisogno che mi convincessero. Il giorno prima della firma con il Genoa, chiamò Berlusconi e scelsi il Milan. Ero l'uomo più felice del mondo. Non potevo dire di no ai rossoneri. Il Milan per me è stato il coronamento di un sogno e di una scalata molto lunga partita dal basso. È stato bellissimo giocare a San Siro, i tifosi mi hanno sempre sostenuto. Ho avuto un rapporto speciale con il pubblico rossonero. Vincemmo la Supercoppa contro la Juve a Doha con il rigore di Pasalic e ci qualificammo all'Europa League". ADDIO MILAN - "Io sarei rimasto una vita al Milan, ma ci fu un cambio societario e i nuovi dirigenti non si capiva bene che progetti avessero. Io non rientravo nei piani e c'era il Genoa che mi voleva fortemente, sopratutto Juric che considero un grande allenatore come sta dimostrando a Verona. All'epoca Ventura mi aveva chiamato in nazionale e avevo bisogno di giocare. Così accettai l'offerta del Genoa, seppur a malincuore visto il legame che si era creato col Milan in pochi mesi. Io sarei rimasto una vita al Milan". COMPAGNO PIÙ FORTE - "Pepito Rossi al Genoa. Ragazzo d'oro e talento straordinario, in campo col pallone faceva cose uniche e pazzesche, giocate da PlayStation". SCELTA LECCE - "In estate avevo due-tre offerte, ma Lecce è quella che mi ha convinto di più per tanti aspetti: il progetto della società, la presenza di un allenatore bravo come Liverani e quella di un gruppo di giocatori. Lecce l'ho scelta subito: sapevo che c'era un bellissimo ambiente. Una piazza che vive di calcio e che consideravo l'ideale per me in quel momento". DOPPIETTA AL NAPOLI - "Una vittoria bella ed emozionante su un campo difficilissimo, abbiamo ottenuto tre punti fondamentali. Una doppietta al San Paolo è sempre speciale, poi a inizio secondo tempo avevamo preso gol e il Napoli attaccava per ribaltare la gara. Siamo riusciti a vincere sfruttando al meglio le nostre caratteristiche, un successo pesante giocando da grande squadra". COMPAGNO PIÙ PAZZO - "Tabanelli. Avevamo giocato a Cesena insieme e a Lecce le risate con lui sono raddoppiate". SCOMMESSA - "Con mio fratello Davide a inizio anno ci sfidiamo a chi segna più gol: a fine anno chi paga meno paga all'altro una cena a base di pesce". LA MAGLIA NUMERO 9 DEL MILAN - "Non sono scaramantico e non credo alle maledizioni. Indossare quella maglia è un grosso peso per tutti. Non credo alle dicerie e personalmente - al netto di qualche infortunio - ho avuto una buona media gol in rapporto ai minuti giocati (una rete ogni 124 minuti, ndr)". TIFOSERIA PIÙ CALDA - "Qui a Lecce c'è un entusiasmo fuori dal comune dopo i tanti anni di sofferenza in Lega Pro. Cantano dal primo al novantesimo, per noi una tifoseria del genere fa la differenza. Anche in giro per la città non fanno mai mancare il loro sostegno". LIVERANI - "È super preparato in campo e porta avanti le sue idee da leader. Nel nostro modo di approcciare le partite c'è molto del suo. Farà una grande carriera". BERLUSCONI - "Sono stato l'ultimo colpo di mercato della sua gestione. L'ho vissuto poco perché venne solo una volta a vederci prima del derby finito 2-2, visto che stava vendendo il club. Il suo Milan però era organizzatissimo a tutti i livelli e si respirava il clima di una grande famiglia a Milanello". TATUAGGI - "Tutti quelli che ho hanno un significato speciale. Ne ho 5, i più importanti? Le rose sul braccio che rappresentano le donne della mia vita: mia mamma, mia sorella, mia moglie e le mie bimbe. Molto bello anche quello di Breveheart". SPECIALITÀ LECCE - "Mi piace tutto a livello culinario: vi consiglio il pasticciotto. Si vive molto bene, il clima è fantastico così come le spiagge. Saluto gli amici di Fasano dove sta mio cugino Donatello, Porto Cesareo e Savelletri". RAPPORTO COI TIFOSI - "Sono come vi vedete, sempre schietto e senza filtro. Do sempre tutto e mi fa piacere che la gente i tifosi apprezzano il mio modo di essere, sarà per questo si crea un grande feeling con tutte le tifoserie". MEGLIO FALCO O MESSI? - "Il Messi del Salento, Pippo ha grandissima qualità e sta facendo un'annata super. Può arrivare in nazionale". PETRICCIONE - "Mi piace tanto come giocatore e ha la fortuna di imparare da un allenatore che da calciatore nel suo ruolo è stato uno migliori in Italia".    
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