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La roboante vittoria per 4-0 sul campo della Reggiana ha permesso al Lecce di compiere un balzo in avanti in classifica e a rafforzare la sua presenza in zona playoff, abbreviando anche la distanza dalle prime due posizioni che, come sappiamo, significherebbero la promozione diretta in Serie A al termine del campionato.

In un turbinio di sensazioni, positive o negative che siano, che in queste ore ci accompagnano, la domanda che la stragrande maggioranza dei tifosi si è posta è stata una sola: ma non potevamo giocare così anche con la Virtus Entella?

In realtà, analizzando le statistiche, si scopre che sia nella partita giocata in casa contro la compagine di Chiavari, sia in quella disputata a Reggio Emilia, il Lecce si è prodotto nella medesima performance, esprimendo il proprio dominio sul rettangolo verde e neutralizzando le giocate offensive avversarie. E ciò viene confermato da un indicatore che Sofascore chiama AttackMomentum: in pratica, si tratta di una riproduzione visuale dell’andamento della gara, nella quale sono distribuite delle colonne che, più si distanziano dalla linea continua centrale, più descrivono chi ha le redini del gioco e chi, di fatto, sta attaccando.

Ebbene, confrontando l’AttackMomentum di Lecce-Virtus Entella e quello di Reggiana-Lecce, si scopre che essi sono sostanzialmente speculari e mostrano chiaramente come i giallorossi abbiano condotto le gare allo stesso modo. E ciò lo potete constatare anche voi: nella prima immagine, il gioco del Lecce è espresso dalle colonne verdi (e quelle blu sono degli avversari, l’Entella); nella seconda, il Lecce è rappresentato dalle colonne blu (e gli avversari, la Reggiana, da quelle verdi ovviamente).

Non solo. Sia contro l’Entella sia contro il Pescara, il Lecce ha prodotto lo stesso numero di tiri (esattamente 20, di cui 7 verso lo specchio della porta nel primo dei due match e 8 nel secondo). Inoltre, il Lecce ha incamerato più tiri in area con l’Entella (16) che contro la Reggiana (15). Addirittura, il Lecce ha avuto più possesso palla nel match giocato in casa rispetto a quello disputato contro la Reggiana (69% contro 58%). In concreto, i giallorossi hanno espresso la loro supremazia, sebbene il risultato li abbia pienamente premiati soltanto con la Reggiana.

Cosa è successo quindi a una settimana di distanza fra le due partite? Gli uomini impiegati in campo dal primo minuto sono stati sostanzialmente gli stessi (9/11, a ben guardare), il modulo di gioco pure, l’approccio è stato il medesimo e, soprattutto, l’allenatore è sempre rimasto Eugenio Corini. Ebbene sì: la guida tecnica che ‘ci ha fatto scandalosamente pareggiare’ contro l’Entella e che doveva essere messa sulla graticola dopo quel pareggio è la stessa della vittoria in terra emiliana, dove si è visto ‘finalmente il vero Lecce’. Eppure, Corini ha lavorato nelle due settimane antecedenti alle due gare con la stessa capacità, con la stessa verve e con il medesimo appeal vincente.

Quello che è davvero cambiato è stato l’apporto dei giocatori al match e la capacità di trovare le giocate decisive che contro l’Entella sono disperatamente mancati e invece contro la Reggiana (sembra che) abbiamo finalmente ritrovato. Sia l’approccio, sia le illuminazioni in campo sono figlie di quell’aspetto che tanto abbiamo invocato, ovvero la serenità. Siamo convinti che le indicazioni di Corini non siano minimamente volte a minarne i contorni (quale allenatore, a questo mondo, vorrebbe il male della sua squadra?) ma che l’allenatore di questo team abbia sempre cercato di spronare, incoraggiare, sostenere i propri giocatori. Ed è questa la linea di conduzione che deve sempre emergere: se il Lecce continuerà a credere in sé stesso, non potrà vedere precluso alcun obiettivo. Per cui, non c’è spazio, né margine per chiedere la testa di Corini se talvolta non riusciamo ad ammirare il Lecce che piace a noi: lo dicono i dati, lo dice il buonsenso, lo dice la posizione in classifica, lo dice quel naturale ricorso alla tranquillità mentale che un ‘Corini abbande’ pronunciato per partito preso compromette fortemente.

Lasciamo lavorare Corini assieme ai nostri giocatori. Con serenità. E allora sì che ne vedremo delle belle…

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