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Il titolo è forte. Per alcuni sarà esagerato. Anzi, per molti è esagerato epitetare così la prossima sfida di campionato. In fondo, ne mancano 6 e dopo la partita con i lariani ne mancheranno 5. Anche una sconfitta, seppur dolorosa e pesante, sarebbe rimediabile. Però a questo vogliamo pensarci, nel caso, sabato dalle 17 in poi. Per oggi, fino a sabato, lasciateci con questa convinzione. Ve lo scriviamo di nuovo. Così vi rimane impresso: contro il Como è la partita più importante della storia del Lecce.

Per noi è scontato ma…

Eppure, ci sembra scontato quello che abbiamo appena scritto e se ci date qualche minuto ed un pizzico di fiducia proviamo anche a chiarirvi le nostre intenzioni. Andiamo.

Il terzo presidente della storia degli Stati Uniti, all’anagrafe Thomas Jefferson, diceva che “per ottenere qualcosa che non hai mai ottenuto, devi fare qualcosa che non hai mai fatto”. Ora, il Lecce, in effetti, tre salvezze consecutive in A non le ha mai ottenute e per riuscirci deve fare qualcosa che in passato ha fatto ma che non fa da troppo tempo: vincere. 

Basta solo questo per spiegare l’importanza della prossima partita. Vincere significherebbe avvicinarsi verso un traguardo storico, rimettere in discussione le scalate di Venezia e Parma e mettersi comodi comodi sul divano in attesa delle sfide delle altre. Per una volta, solo per una volta, vogliamo fare la cosa giusta?

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Non una semplice pratica, non un ostacolo impossibile 

3 punti con il Como. Non una semplice pratica, non un ostacolo impossibile. Una partita difficile, fastidiosa, insidiosa esattamente come l’avversario che farà visita ai giallorossi sabato pomeriggio al Via Del Mare. 

Loro ricchi da fare invidia, belli perché giovani, spensierati, praticamente salvi. Noi meno ricchi, forse anche meno belli, sicuramente meno spensierati e salvi manco per niente. Però con una grande voglia di salvezza, di rivincita, di storia. Da scrivere. E con un Via Del Mare pieno, carico, che può e deve fare la differenza come sa.

È una settimana lunga. Oggi è giovedi e lunedì sembra tipo tre mesi fa. Succede sempre così quando si perdono partite nel modo in cui abbiamo perso sabato. Giocando malino e subendo soprusi arbitrali. Ci piacerebbe che i giocatori sfogassero in campo la rabbia che hanno accumulato in questi mesi di sconfitte. La sfogassero in modo intelligente, con raziocinio e personalità. Giocare davanti a 28000 persone può essere un vantaggio ma a volte è anche controproducente. Ci vogliono attributi e sangue freddo. Adesso è arrivato il momento di dimostrare e meritare il calore del popolo salentino.

Arrivati alla fine di questo pezzo non ritrattiamo. Anzi, scrivendo ne siamo sempre più convinti:  contro il Como è la partita più importante della nostra storia. E le partite più importanti della storia di un club si attendono. Si vivono. Si vincono.

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