Giampaolo vuole vivere in un'emergenza infinita?

Giampaolo deve cambiare rotta prima che sia troppo tardi. Contro la Roma spazio a chi ha giocato meno: la gestione del gruppo porta alla salvezza
Sono passati i tempi in cui speravamo che gli infortunati di lungo corso potessero rientrare in gruppo per porre fine all'emergenza a cui ormai ci eravamo abituati e anche bene. Giampaolo infatti aveva saputo dare alla squadra una fisionomia nuova, che facesse a meno di Banda, Gallo, Gaspar e poi Rafia e Berisha. Un merito che si è lentamente stretto a strozzo fino a diventare un demerito perché ha trasformato quella situazione eccezionale in normalità. E non si capisce perché un allenatore che ha una Rosa profonda e varia non riesca a trarne giovamento.
Spesso si legge che Corvino abbia disegnato una Rosa incompleta, incapace di salvarsi e non adeguata alla categoria. Ma questa è una prerogativa dei maghi del pallone, dei santoni, di quelli che riescono a capire al volo forza e caratteristiche di una squadra senza vederla all'opera tutta. Come si può dire che il Lecce sia incompleto o inadeguato se i giocatori ritenuti più forti della Rosa si trovano scientificamente in panchina?
Se Banda, Ndri, Karlsson, Gaspar, Ramadani e di spighetto anche Rafia e Rebic, non riescono a ritagliarsi più di 15 minuti a partita tutti insieme, come possiamo dire che questa Rosa nel suo insieme faccia fatica? La risposta non è che fa fatica, la risposta è che Giampaolo deve dare delle spiegazioni. Che non si possono più ridurre soltanto a un semplice ed ipotetico “non cambio la formazione che ci ha portato fino a 25 punti”, perché oramai, dopo le scoppole contro Milan e Genoa, questa affermazione si è cristallizzata nel passato.
E potete sbattere come pesci appena fuori dall'acqua quanto volete, ma non mi convincerete mai che la Rosa sia inadeguata. Primo perché non lo penso e secondo perché vale lo stesso ragionamento che abbiamo fatto per Gotti: se l'allenatore non sfrutta tutti gli effettivi a disposizione, non sfrutta tutto il potenziale. Molto semplice. E come fanno i santoni a sindacare sulla bontà della Rosa? Boh.
Abbiamo visto tutti come il dopo-Gotti sia stato salvifico. Giampaolo arrivando nel Salento ha dato spazio a quei calciatori che il precedente allenatore aveva accantonato, e questi si sono rivelati assolutamente all'altezza. Oggi però ci ritroviamo ancora con lo stesso problema. Ma perché gli allenatori hanno tutti lo stesso difetto?
Pensiamo che Giampaolo stia vivendo in una bolla, nella quale esiste solo la sua idea di calcio. Che sulla carta potrebbe anche essere valida, ma che tradotta sul campo non sta dando ultimamente grandi frutti. Qual è allora l'allenatore più bravo? Quello che non sbaglia mai? No, quello che riesce a ravvedersi, a correggersi, a cambiare lo status quo.
Contro la Roma mi aspetto un cambiamento radicale. Più spazio a Gaspar, Banda e Ndri. Krstovic in panchina dopo la doppia fatica Nazionale, premiando chi come Rebic si allena da due settimane ad Acaya. Il rientro di Gaspar al centro della difesa. Un turno di riposo per Guilbert, visibilmente annebbiato, così come Gallo o Coulibaly. Insomma, mi aspetto ragionamenti semplici: se stai bene giochi, se sta meglio il compagno gioca lui. Che significa tenere in pugno il gruppo, gratificare il lavoro, lasciare aperta la speranza di andare in campo a tutti.
La gestione di un gruppo ridotta da 25 a 15 uomini è sbagliata. Lo sappiamo dai tempi di Braglia, quando si affidava a 11 titolari più 3 cambi e sappiamo che quando poi ha avuto bisogno dei giocatori che non giocavano li ha trovati scarichi, mentalmente e fisicamente. Non serve molta preparazione o strategia in questo: la gestione del gruppo è alla base del successo.