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In una lunga intervista l'ex portiere del Lecce Filippo Perucchini si è raccontato in esclusiva a Tuttomercatoweb.com. 

Il portiere bergamasco è stato l'estremo difensore del Lecce per quattro stagioni, scendendo in campo con la casacca giallorossa in 96 occasioni, in cui ha subito 80 reti realizzando anche 44 clean sheet totali, e conquistando la storica promozione in cadetteria nella stagione 2017/18.

Il portiere 32enne è attualmente rimasto svincolato dopo la sua ultima esperienza ad Ancona, compagine che ripartirà dalla Serie D a causa delle vicissitudini societarie che l'hanno colpita.

Ancona è una città che ho nel cuore, rimarrò a vivere in zona anche quando appenderò le scarpette al chiodo, e spero di tornare a tifare la squadra dagli spalti.

In questo momento, però, sto aspettando la giusta chiamata dai professionisti. Mi sto allenando a Civitanova Marche per farmi trovare pronto, fisicamente sto bene.

Sulle opportunità durante il mercato

Da dopo il 4 giugno ci sono state parecchie chiacchierate, qualche possibilità sul tavolo c'era, ma per svariati motivi non si sono poi incastrate. 

Mi sarebbe piaciuto partire già dal ritiro con una squadra, ma sono ancora svincolato, quindi mi concentro sul farmi trovare pronto: ho fame e voglia di tornare in pista, sono sicuro che accadrà presto.

Filippo Perucchini

Sulla stagione precedente

Rispetto alla stagione 2022-23, l'annata è stata oggettivamente più difficile, arrivavamo da una stagione che ci aveva portato ai playoff, persi solo contro il Lecco poi promosso in B per un doppio pareggio, un po' più di fatica era forse fisiologica, ma anche i momenti difficili avevano portato comunque in porto una salvezza anticipata, c'era modo di programmare tutto con calma. Poi quel maledetto 4 giugno...

Sui problemi societari dell'Ancona

Con gli ex compagni di squadra ne abbiamo anche riparlato, non capiamo come sia stato possibile quanto accaduto, la società era sana: ma la verità non si saprà mai.

Quel che c'è di certo è che è stata presa per il c**o una città con la sua tifoseria, che ha poco a che fare con la C, merita almeno la B, ma anche che è stato creato un danno a tutti i dipendenti che hanno dato l'anima per raggiungere un certo risultato. E in tanti avremmo voluto continuare quel percorso, ma non è stato possibile

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