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Quella tra Lecce e Monza è stata una partita molto tattica, nella quale le due squadre hanno cercato innanzitutto di non subire, poi di rendersi pericolose. Meglio i brianzoli nel primo tempo, mentre il Lecce è venuto fuori alla distanza, nel secondo. Il risultato è stato quello di un pareggio a reti inviolate, condito anche da pochi tiri nello specchio della porta, sia da una parte che dall’altra. L’attenzione tattica prima e la stanchezza poi hanno vinto su tutto il resto e la sensazione è stata, soprattutto nel secondo tempo, che la squadra che avesse segnato avrebbe conquistato i tre punti, perché le forze per reagire, in ambo le parti, erano assenti. Eugenio Corini, al rientro in panchina dopo aver avuto il Covid_19, schiera l’unica formazione possibile, quella che ha tirato la carretta per tante partite, con gli unici avvicendamenti tra le mezz’ali, visto che i difensori sono contati ( Lucioni squalificato) e le punte anche. C’è il rientro sin dal primo minuto di Dermaku, buona la sua prova, come quella di Meccariello, mentre a centrocampo è Paganini (subito infortunato) a vincere il ballottaggio con Majer, immediatamente subentrato. Il Monza deve fare a meno di Balotelli a causa di un risentimento muscolare accusato dalla punta durante il riscaldamento. Queste partite si possono vincere anche con le sostituzioni, visto che sono cinque, soprattutto quando si gioca l’ottava partita in poco più di un mese, ma Corini non aveva in panchina qualcuno che potesse cambiare l’inerzia della gara, troppi infortunati nei ruoli chiave, quindi il Lecce si è dovuto accontentare di un punto, nonostante proprio sul finire, con un po’ di fortuna, avrebbe potuto vincere. Il tiro a fil di palo in mischia scagliato da Dermaku, ha fatto gridare al gol più di qualcuno, noi compresi.
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