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Pantaleo Corvino, responsabile dell’Area Tecnica del Lecce, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta del Mezzogiorno, nella quale ha raccontato tutta la sua carriera.

INIZI – Avevo 25 anni quando ho cominciato la carriera da dirigente, dopo aver lasciato sia l’aeronautica che il calcio giocato per motivi personali, mio padre si ammalò. Così ho provato a fare fuori dal campo ciò che invece avrei voluto fare in campo. Partendo da Vernole e dal Vernole, il mio paese, la mia prima squadra in Terza categoria”.

IL PRIMO ACQUISTO? –Le faccio i complimenti, mai nessuno, dico nessuno, in tanti anni mi aveva posto questa domanda. Mi fa piacere e mi fa veramente emozionare. Il mio primo acquisto fu Pino Montinaro, lo comprai dal Monteroni, in Prima categoria. All’epoca, fra i dilettanti, fece scalpore: il Vernole si era aggiudicato un calciatore di Prima categoria. Era una punta. Fortissimo, potenzialità straordinarie, ma sfortunatissimo. La vita non gli ha riservato grandi gioie, è morto prematuramente”.

PRIMO INVESTIMENTO – Il mio primo investimento costò 500 mila lire. Lo rivendemmo a 2 milioni e mezzo più tre giocatori. Al Calimera

IL PRIMO PRESIDENTE – “Luigi Turco, un imprenditore emigrato in Francia. Tornò in Salento con la passione del calcio e divenne presidente del Vernole”.

CARRIERA – “Lecce era il sogno di una vita, per un salentino. Ho fatto tutta la trafila, passando per Casarano e vincendo pure lì. Dopo Lecce, la Champions con i viola. Un percorso lungo e che mi ha portato a raggiungere quasi il top. Ecco, mi manca lo scudetto

SERIE A CON IL LECCE? - “Siamo sulla strada giusta, le nostre idee non sono malaccio. Non si molla di un centimetro. In questo lungo sprint, bisogna migliorare i difetti e esaltare le cose buone”.

PARTITE DA RICORDARE? – “Ce ne sono tre. Quella negativa è la partita in Germania contro il Bayern, ero alla Fiorentina. Un gol in fuorigioco ci negò i quarti di finale. Avevamo vinto il girone contro Liverpool e Lione… Due le sfide positive che non dimenticherò mai e c’è sempre la Juve di mezzo. La vittoria del Lecce a Torino per 4-3 e quella della Fiorentina sempre in casa bianconera a distanza di 20 anni dall’ultima volta”.

GIOCATORE A CUI È MAGGIORMENTE LEGATO? –Non uno soltanto. Miccoli, per la mia esperienza a Casarano; Chevanton quando ero a Lecce: avevamo venduto Lucarelli e scommettemmo sull’uruguaiano, ricordo ancora le critiche dell’estate… Poi direi Toni, a Firenze”.

È UN MAGO? – No, non mi sento un mago. C’è una linea sottile, fra il saper vedere e il saper intravvedere. La differenza è questa. Certo, è più facile vedere. Io mi reputo fortunato a saper intravvedere. Ognuno, poi, ha i suoi parametri di valutazione”.

GIOVANI – “Per vincere bisogna saper scegliere la qualità. Ho sempre pensato che la miscela giusta sia esperienza mischiata a gioventù. Potenzialità giuste e fortuna”.

ROSA – Siamo partiti per costruire un gruppo forte, vincente nel tempo. Spregiudicatezza nel campo e fuori. È anche giusto che una società sia patrimonializzata, possa contare su una base solida. Il mix serve per esser forte oggi e vincenti anche domani

SQUADRA E SOCIETÀ – “Qui c’è una società straordinaria, con un senso di appartenenza incredibile. Dal presidente in poi, tutti tifosi di questo Lecce. È un club che vuole crescere e far crescere, strutture, attrezzature, uomini. Lo sforzo è questo. Ci sono le cose visibili, quelle che produce la squadra sul campo. E cose invisibili di grande valore e che contano molto. Perché fungono da supporto alla squadra, consentendole di lavorare bene”.

SERIE A? – “Non ci casco… E ribadisco il concetto. Migliorare”.

OROLOGIO – “L’orologio è un amico-nemico. Se il Lecce sta vincendo, lo guardo ogni secondo, sperando che il tempo passi in fretta. Se stiamo perdendo, spero che le lancette si fermino. Fortunatamente quest’anno è stato più amico che nemico. Solo quattro sconfitte. Bravi Corini e la squadra per tutto quello che stanno facendo”.

FORTUNA NEL CALCIO? – “La fortuna? Se gira bene è meglio”.

RODRIGUEZ TORNA AL REAL? – “Già ci giocava, in verità. Il nostro impegno è di farlo crescere per farlo tornare li, anche se lui è del Lecce a tutti gli effetti. È uscito dalla finestra, vogliamo aiutarlo a rientrare dalla porta principale”.

COME MAI CODA NON HA SFONDATO IN A? – “Nel calcio bisogna trovare gli “amatori” giusti. Forse non lo ha trovato”.

CHI VINCE LO SCUDETTO – “Credo l’Inter. Ha più fame di tutti

LUCARELLI ALLA TERNANA – “Il “mio” Lucarelli ha fatto la differenza con la Ternana. Ci mette l’anima. Le altre soffrono, ma spero che le pugliesi possano guadagnare le soddisfazioni che stanno cercando”.

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