Il Governo Meloni dice no agli aiuti nel calcio. Abodi: "Società virtuose rispettano le regole"
PUGNO DURO
Non ci saranno aiuti nel calcio: le società devono essere in grado di gestire bene i propri bilanci. Lo riportano l’AGI e Calcio e Finanza, che sottolineano come sia stato il premier Giorgia Meloni a stoppare l’eventualità che l’esecutivo vada in soccorso.
In merito alla richiesta di rateizzare i debiti, il ministro dell’Economia Giorgetti si è detto d’accordo con Meloni, spiegando che si cercherà una soluzione per tutte le aziende e non una norma ad hoc per le società sportive.
Il tema delle tasse in scadenza il prossimo 22 dicembre è molto delicato e mette in guardia le società calcistiche. Ne ha parlato al Corriere della Sera il presidente della Lega Serie A:
“Serve una soluzione a beneficio di tutti, non solo dello sport, per definire nel minor tempo possibile con l’Agenzia delle entrate un piano di rateizzazione. L’obiettivo è snellire i tempi così le società potranno subito pagare a rate, senza sanzioni penali e sportive”.
Il ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi, al question time alla Camera in merito all’emendamento al Decreto Aiuti, ha rilasciato queste dichiarazioni:
“Emendamento salva calcio? Siamo contrari perchè riteniamo che il settore sportivo, e quello calcistico, possa e debba trovare soddisfazione delle sue esigenze all’interno del corpo normativo, con parità di trattamento e condizione rispetto al sistema delle imprese. Ci rendiamo conto dell’importanza del settore, ma non ci sono le condizioni per mettere a disposizione strumenti esclusivi del settore.
Esiste un’autonomia relativa dell’ordinamento sportivo, ma deve inserirsi all’interno delle norme dello stato, nel rispetto dell’equa competizione. Ci sono società virtuose che pagano con puntualità tesserati e fornitori, investendo sulle infrastrutture, dovendo acquistare un giocatore in meno per rispettare le regole. Altre hanno un paradigma gestionale diverso e noi dobbiamo garantire principi e valori".