🎧 Podcast Bar Sport | Il racconto di Hellas Verona-Lecce
Pierpaolo Verri narra la partita in un podcast originale edito da Pianetalecce
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Con il pareggio ottenuto sul campo del Verona, il Lecce allunga a tre la striscia di partite consecutive in cui porta con sé il rammarico per non essere riuscito a vincere. Due gol subiti dalla Roma nei minuti di recupero, il gol della rimonta cancellato dal var contro il Milan e adesso l’amaro in bocca per non aver chiuso prima la partita contro gli scaligeri, facendosi rimontare per due volte il momentaneo vantaggio.
Premessa doverosa: il pareggio è un risultato prezioso, anche perché, come recita il vecchio adagio, quando non si riesce a vincere è sempre importante non perdere e riuscire ugualmente a muovere la classifica. E in fondo va detto che se da un lato il Lecce ha avuto la possibilità di vincere, dall’altro si è dovuto appigliare agli interventi provvidenziali di Wladimiro Falcone per non uscire dal Bentegodi a mani vuote.
L’impressione è che sia mancata un pizzico di consapevolezza in più nei propri mezzi, oltre a quella carenza di cattiveria negli ultimi metri che troppo spesso ha penalizzato i giallorossi in questa prima fase del campionato. Dopo lo 0-1 di Oudin, infatti, il Lecce era in fiducia a fronte di un Hellas demoralizzato dopo il gol subito, ma proprio nella fase in cui i salentini avrebbero potuto azzannare l’avversario, provando ad aumentare il margine di vantaggio, hanno finito per concedere il gol dell’1-1, che ha rivitalizzato i padroni di casa. A conti fatti i due gol subiti sono arrivati su due disattenzioni ampiamente evitabili. Sulla prima rete ci ha messo lo zampino in negativo Patrick Dorgu, con uno scellerato passaggio per vie centrali: lanciare i giovani però significa anche permettere loro di sbagliare. Sul secondo gol di Djuric, invece, va detto come quella del Verona fosse una giocata ampiamente prevedibile e conseguentemente evitabile.
Passando ai singoli bisogna prendere atto della eccezionale capacità di Remi Oudin nel mettere a segno solo e soltanto gol bellissimi. Alla quinta giornata contro il Genoa aveva deciso il match con un bel mancino dalla distanza, questa volta ha cambiato piede, calciando di destro, ma non è cambiato il risultato. La rete si è gonfiata nuovamente grazie al piede fatato del mago, che si muove da trequartista e che ogni tanto sembra un po’ svanire dal gioco, però giocatori con questi colpi è sempre importantissimo averli nella rosa.
Infine, va segnalata la rinascita, perché di rinascita a tutti gli effetti si tratta di Joan Gonzalez. Lo avevamo praticamente perso dai radar, dopo le apparizioni da titolare senza troppi sussulti ad inizio campionato. Contro il Torino si era reso protagonista probabilmente della sua peggiore partita in giallorosso, ma nelle ultime settimane si è ampiamente rilanciato. Ha risposto presente quando è partito dalla panchina e contro il Verona, al di là del gol, è stato fra i migliori in campo. Ha le potenzialità per essere una mezzala in grado di garantire quantità e qualità sulla linea mediana, oltre ad avere anche i tempi di inserimento in zona gol. Sta a lui trovare la giusta continuità per contribuire alla causa giallorossa.
Adesso l’attenzione deve essere massima, perché inizia un filotto intenso di partite che porterà fino alla fine dell’anno e ci saranno degli scontri diretti da non fallire. Ecco, quello con il Bologna non è propriamente uno scontro diretto, perché la squadra di Thiago Motta è fra le più in forma del campionato e veleggia nella parte sinistra della classifica, affacciandosi, neanche troppo timidamente, alla zona Europa. Ci vorranno attenzione e intensità agonistica contro i felsinei, con la speranza che sia terminato il tempo dei rimpianti.